Corriere Fiorentino

C’è un poker viola-azzurro che sogna gli Europei E ricorda l’anno Mundial

Chiesa, Biraghi, Castrovill­i e Bonaventur­a: quanta Italia per Beppe

- David Guetta

Tu chiamale se vuoi, suggestion­i. Non solo il cross millimetri­co di Chiesa per Castrovill­i su cui sembrava essere scritto sul pallone «spingere», che richiama alla mente il capolavoro di Conti per Rossi nella semifinale mondiale contro la Polonia del 1982, ma anche altro. Per esempio, proprio per rimanere in tema col favoloso Mundial spagnolo, il gruppo dei viola-azzurri che potrebbero essere chiamati da Mancini tra nove mesi per l’Europeo. Un tuffo bellissimo nel passato ed eccoli qui i magnifici quattro che facevano parte dei ventidue di Bearzot: l’immenso Antognoni, il generoso Graziani, diventato titolare dopo l’infortunio di Bettega, la possibile sorpresa Massaro, bruciato da improvvide dichiarazi­oni post amichevole portoghese, e lo «studente» Galli, il terzo portiere, chiamato appunto ad osservare e imparare dietro Zoff e Bordon. Ci sarebbe stato anche Vierchwood, che purtroppo però era già alla Roma quando l’aereo azzurro decollava dalla Malpensa.

Nella formazione che ha battuto con merito il Torino ce n’erano appunto quattro di possibili convocati e se il buongiorno si vede dal mattino è possibile che il poker ce la faccia ad eguagliare quel record. Il più sicuro di tutti, l’Antognoni della situazione, fatti comunque i necessari distingui, è Federico Chiesa, che ha già superato il padre Enrico come numero di presenze in Nazionale. Nemmeno il Commissari­o Tecnico ha deciso quale sia il ruolo in cui lui si esprime al meglio, se sulla fascia di lunga percorrenz­a o più avanti in appoggio alle punte, ma intanto lo ha sempre convocato, anche nei momenti più bui del ragazzo. E uno dei motivi, se non il principale, per cui è stato detto di no ad un eventuale trasferime­nto all’estero è proprio per questa lontananza dall’Italia che potrebbe creare dei problemi per la chiamata in azzurro. In seconda battuta, e in rampa di lancio, c’è Gaetano Castrovill­i: per ora una manciata di minuti in azzurro, ma quante promesse per il futuro. Il dieci sulle spalle contribuis­ce ad aumentare speranze e responsabi­lità, ma il ragazzo ha ventitré anni, un’età in cui nel calcio o si è o non si è e lui pare proprio esserci. Se seguirà gli interessat­i consigli di Iachini e raddoppier­à i gol della passata stagione, potrebbe addirittur­a strappare un posto da titolare. Poi c’è il mistero Cristiano Biraghi. Siccome Firenze è il regno degli scettici, qualcuno si è chiesto se l’ottima partita di sabato sera, con quello strapotere atletico sorprenden­te, più che un merito del laterale viola non sia il frutto della preparazio­ne interista di Antonio Conte. Sfumature.

Anche perché lo scontroso ragazzo lombardo è già stato più volte convocato in azzurro, segnando pure un gol decisivo alla Polonia. Nella terra che è stata di Facchetti, Cabrini, Maldini, Zambrotta, non è che ci sia troppo da scialare e quindi oggi Biraghi va benissimo. Infine il nuovo arrivato, Jack Bonaventur­a, ripudiato dal Milan, orgoglioso come pochi e con la voglia di dimostrare di non essere affatto finito. Magari avrà più difficoltà degli altre tre a staccare il biglietto europeo, ma se ce la facesse sarebbe una soddisfazi­one doppia. Chiesa, Castrovill­i, Biraghi, Bonaventur­a. Quattro moschettie­ri azzurri, trentotto anni dopo: una storia affascinan­te ancora tutta da scrivere.

Da Firenze con Bearzot La memoria corre ai moschettie­ri dell’82 con l’immenso Antognoni, il generoso Graziani, la possibile sorpresa Massaro e lo studente Galli

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 ??  ?? Compagni Jack Bonaventur­a, arrivato dal Milan, Cristian Biraghi, rientrato dal prestito all’Inter e Federico Chiesa, in prima squadra dal 2016
Compagni Jack Bonaventur­a, arrivato dal Milan, Cristian Biraghi, rientrato dal prestito all’Inter e Federico Chiesa, in prima squadra dal 2016

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