Un appello a Commisso: punta sul Franchi
E il patron viola: «Per me non è un monumento, deve essere uno stadio funzionale»
L’emergenza coronavirus ha bloccato Rocco Commisso negli Stati Uniti. Il tema stadio però è rimasto sempre attuale nonostante la quarantena. Non solo per lui, ma anche per la politica fiorentina.
Un gruppo di consiglieri regionali e comunali, con i tre ex candidati sindaci di Firenze Andres Lasso, Fabrizio Valleri e Antonella Bundu ha scritto una lettera al numero uno viola. Nel documento citano gli esempi di Bergamo e Bologna, dove lo stadio è stato e sarà ristrutturato. E indicano proprio quelli come modelli da seguire in questa fase di ripartenza: «Non è perché in quelle città siano in vigore leggi diverse o ci sia una burocrazia più blanda, c’è stata sia da parte della politica che dell’imprenditoria calcistica locale, la capacità di mediare».
Rocco Commisso ha deciso di non partecipare al bando per la costruzione di un nuovo impianto a Novoli. «Il 28 maggio finirà il bando e dirò il motivo per cui non ho scelto la Mercafir. Abbiamo iniziato con il fast, fast, fast ma poi siamo stati fermati e ora andiamo slow, slow, slow», ha detto a Toscana Tv. La prima idea della società fu quella di restaurare lo stadio a Campo di Marte: «Ci ha emozionato — continua la lettera dei consiglieri — quando ha parlato del suo desiderio primigenio di ridare lustro al Franchi. Lo scoglio principale non sono state la burocrazia né la sovrintendenza che di quei progetti ne ha avuto in mano uno solo. Sono stati essenzialmente il desiderio del Comune, ormai affezionatosi all’idea Mercafir, e il suo interesse imprenditoriale che non coincideva con quanto i progetti in campo suggerivano». Il gruppo, infatti, è convinto che se Commisso fosse disposto a rivedere la portata dei propri progetti «con un bando internazionale, i migliori architetti del mondo sarebbero entusiasti di cimentarsi» nell’ammodernamento dello stadio.
Da parte sua il presidente viola insiste sulla questione vincoli: «Non considero il Franchi un monumento, è uno stadio dove le persone vanno a vedere le partite. Nessuno si deve arrabbiare per questo. Si sta rovinando il paese con il fatto di considerare gli stadi dei monumenti». L’ago della bilancia sono le attività collegate allo stadio, necessarie al club per aumentare il fatturato ma come scrivono i politici fiorentini «l’apertura di grossi centri commerciali ha spesso un effetto negativo sulle attività già presenti nel territorio. Per un posto creato nella grande distribuzione se ne perdono tre nella piccola».
A favore del restauro del Franchi si è espresso anche il presidente del quartiere 2, Michele Pierguidi. «Questo — ha detto a Radio Bruno — sarebbe il momento giusto per rifarlo visto che i tifosi per un po’ non ci potranno andare. Si potrebbe cogliere l’occasione».