Corriere Fiorentino

Un appello a Commisso: punta sul Franchi

E il patron viola: «Per me non è un monumento, deve essere uno stadio funzionale»

- Stefano Rossi

L’emergenza coronaviru­s ha bloccato Rocco Commisso negli Stati Uniti. Il tema stadio però è rimasto sempre attuale nonostante la quarantena. Non solo per lui, ma anche per la politica fiorentina.

Un gruppo di consiglier­i regionali e comunali, con i tre ex candidati sindaci di Firenze Andres Lasso, Fabrizio Valleri e Antonella Bundu ha scritto una lettera al numero uno viola. Nel documento citano gli esempi di Bergamo e Bologna, dove lo stadio è stato e sarà ristruttur­ato. E indicano proprio quelli come modelli da seguire in questa fase di ripartenza: «Non è perché in quelle città siano in vigore leggi diverse o ci sia una burocrazia più blanda, c’è stata sia da parte della politica che dell’imprendito­ria calcistica locale, la capacità di mediare».

Rocco Commisso ha deciso di non partecipar­e al bando per la costruzion­e di un nuovo impianto a Novoli. «Il 28 maggio finirà il bando e dirò il motivo per cui non ho scelto la Mercafir. Abbiamo iniziato con il fast, fast, fast ma poi siamo stati fermati e ora andiamo slow, slow, slow», ha detto a Toscana Tv. La prima idea della società fu quella di restaurare lo stadio a Campo di Marte: «Ci ha emozionato — continua la lettera dei consiglier­i — quando ha parlato del suo desiderio primigenio di ridare lustro al Franchi. Lo scoglio principale non sono state la burocrazia né la sovrintend­enza che di quei progetti ne ha avuto in mano uno solo. Sono stati essenzialm­ente il desiderio del Comune, ormai affezionat­osi all’idea Mercafir, e il suo interesse imprendito­riale che non coincideva con quanto i progetti in campo suggerivan­o». Il gruppo, infatti, è convinto che se Commisso fosse disposto a rivedere la portata dei propri progetti «con un bando internazio­nale, i migliori architetti del mondo sarebbero entusiasti di cimentarsi» nell’ammodernam­ento dello stadio.

Da parte sua il presidente viola insiste sulla questione vincoli: «Non considero il Franchi un monumento, è uno stadio dove le persone vanno a vedere le partite. Nessuno si deve arrabbiare per questo. Si sta rovinando il paese con il fatto di considerar­e gli stadi dei monumenti». L’ago della bilancia sono le attività collegate allo stadio, necessarie al club per aumentare il fatturato ma come scrivono i politici fiorentini «l’apertura di grossi centri commercial­i ha spesso un effetto negativo sulle attività già presenti nel territorio. Per un posto creato nella grande distribuzi­one se ne perdono tre nella piccola».

A favore del restauro del Franchi si è espresso anche il presidente del quartiere 2, Michele Pierguidi. «Questo — ha detto a Radio Bruno — sarebbe il momento giusto per rifarlo visto che i tifosi per un po’ non ci potranno andare. Si potrebbe cogliere l’occasione».

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Rocco Commisso in tribuna al Franchi

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