Riaperture, il giorno delle scelte Anche il Consiglio incalza Rossi
Mozione contraria alla prudenza del governatore: niente scaglioni, tutto il 18. Spaccatura nel Pd
È il giorno decisivo: questa mattina le Regioni sono state convocate dal governo per il confronto finale sul calendario per le riaperture delle attività. Il presidente della Toscana Enrico Rossi parteciperà a quel tavolo con una posizione perentoria: «Non ci possiamo permettere errori, non si può aprire tutto insieme lunedì». Ieri Rossi è stato protagonista in tre riunioni: quella con i sindaci toscani, la seduta del Consiglio regionale, la giunta. E se il governatore sembra riuscito a convincere i propri assessori sull’opportunità di «usare la massima cautela e proporre un calendario toscane di riaperture a scaglioni», il Consiglio regionale e i sindaci hanno indicato chiaramente una strada diversa: riaprire tutto e il più velocemente possibile, al massimo nell’arco dei primi tre giorni della prossima settimana.
Rossi non arretra e spiega — in televisione, in diretta su Tagadà di La 7 e poi in aula — che «non si può dire che 30 nuovi casi al giorno (quelli di contagio registrati ieri in Toscana, ndr) siano pochi, siamo ben distanti dal contagio zero». La sua idea rimane quindi quella di «spalmare le riaperture nei prossimi tre fine settimana, se le cose continueranno
❞ Rossi Non ci possiamo permettere errori, non si può aprire tutto insieme lunedì prossimo
ad andare bene dal punto di vista epidemiologico». Prima i negozi di vicinato (forse già domani), per cui potrebbe arrivare un provvedimento già nelle prossime ore, poi estetisti e parrucchieri (l’idea è il 21), infine i ristoranti e i bar (il 25). «Aspettiamo ancora di capire come le riaperture del 4 maggio abbiano inciso su questo quadro epidemiologico. Come sappiamo tutti, — spiega il presidente della Toscana — gli effetti si possono apprezzare dopo 7-10 giorni. I movimenti rimessi in circolo delle persone su mezzi pubblici, nelle fabbriche, in generale in tutti gli ambienti dovrebbero dare un effetto nel fine settimana o agli inizi della prossima. Questo è l’altro aspetto di cui tener di conto. Non si deve assolutamente sottovalutare la situazione». Il governatore non si nasconde, è spaventato dal fatto che la progressione dei contagi, nonostante i numeri esigui, sia costantemente in crescita: «L’altro ieri ci sono stati 13 nuovi casi, ieri 27, oggi 30», continua a ripetere.
A metà pomeriggio il calendario di Rossi deve però fare i conti con il Consiglio regionale e con il Pd — il suo partito — che si è spaccato sull’appoggio alle riaperture scaglionate. Da sinistra a destra, da Si Toscana a Fratelli d’Italia, i gruppi si sono uniti in una richiesta condivisa di «riapertura di tutte le attività il 18 maggio». Un documento unanime che nasconde però una lotta interna al Partito democratico: il capogruppo Leonardo Marras ha difeso la prudenza del governatore, ma è riuscito a coagulare attorno a sé soltanto pochi sostegni, tra cui quello di Monia Monni; dall’altra parte la linea maggioritaria, quella dell’urgenza di «riaprire subito anche i ristoranti», il vero nodo dello scontro, promossa da Antonio Mazzeo, Nicola Ciolini e Stefano Baccelli e sposata dal presidente del Consiglio regionale e candidato governatore Eugenio Giani. Alle elezioni i voti delle categorie economiche pesano. Sulla chat del gruppo Pd volano gli stracci e, nonostante la mediazione dell’assessore Stefano Ciuoffo, il litigio diventa un comunicato firmato solo dai consiglieri contro Rossi. Una giornata turbolenta per il Pd, che ha votato poi contro la mozione per dare 15 milioni in 3 anni a Toscana Aeroporti proposta da Forza Italia e appoggiata anche da Italia Viva.
L’altro no al governatore era stato ribadito in mattinata dai sindaci toscani, che dopo le decisioni del governo torneranno oggi pomeriggio a parlare con Rossi. «Abbiamo posizioni diverse — spiega il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni — ma se Rossi non cambia idea cercheremo una mediazione, uno scaglionamento in pochi giorni».
❞ Non si può dire che 30 nuovi casi al giorno siano pochi E dobbiamo ancora vedere gli effetti delle riaperture