«All’Elba nessun contagio, il governo vieti gli sbarchi»
Richiesta dei sindaci. La Regione scrive a Roma: «Sull’isola solo residenti e lavoratori»
Controlli serrati, varchi chiusi a Piombino, impegno delle forze dell’ordine, ridurre il traffico al minimo indispensabile. È la richiesta lanciata dai sindaci dell’Isola d’Elba e fatta propria dalla Regione Toscana, che ha inviato una lettera al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere che siano prese tutte le misure necessarie ad impedire lo sbarco sull’isola di persone che non siano legittimate dal decreto con cui il governo ha dato una stretta ai movimenti personali e collettivi per fare fronte al coronavirus. L’Elba chiede un giro di vite ancor più stretto per mantenere stabile la situazione. Nell’isola, del resto, il contagio del coronavirus non sembra ancora arrivato e si fa di tutto per evitarlo: il Comune di Porto Azzurro ha emesso un’ordinanza che vieta di portare i cani fuori oltre i 50 metri dalla propria abitazione e per più di 2 volte il giorno, limitando anche le passeggiate al raggio di 100 metri dalla casa di proprietà.
Il sindaco di Portoferraio Angelo Zini è stato il primo a lanciare questa proposta e conferma il dato a denti stretti. «Speriamo ancora di no», risponde alla domanda se ci siano al momento casi positivi accertati sull’isola. «Ho sollecitato questo tipo di richiesta alla Regione — racconta Zini — Inizialmente avevo chiesto un’idea di decreto stile Sardegna o Sicilia, ma per noi è un po’ complicato». Le isole maggiori italiane hanno infatti chiuso porti e aeroporti, rendendosi di fatto inaccessibili. L’Elba però, a contrario delle sorelle maggiori, non è autonoma. «C’è un traffico di approvvigionamento non solo alimentare che purtroppo deve essere giornaliero — spiega Zini — Inoltre abbiamo molti pendolari legati soprattutto all’ospedale e anche questo flusso non può essere interrotto. Insomma — conclude il sindaco — non possiamo blindarci». Limitare gli accessi e aumentare i controlli però sì. Ed è proprio questo che hanno iniziato a chiedere i sindaci, specialmente dopo lo scorso fine settimana, quando è stata segnalata su più territori elbani la presenza di persone del Nord Italia che hanno la seconda casa sull’isola.
Ma ci sono anche altri traffici che nell’emergenza possono essere sospesi. «Penso ai cantieri edili e a tutti i trasporti legati a questa tipologia — dice Zini — Se al momento è tutto fermo, non ha senso che vengano sull’isola». Non entra nel dettaglio ma sposa lo spirito l’assessore regionale ai Trasporti Vincenzo Ceccarelli, che ha firmato la comunicazione inviata al ministero dopo aver raccolto l’istanza presentata dal consigliere regionale piombinese Gianni Anselmi (Pd). «Chiediamo che vengano vietati gli sbarchi che non hanno motivazioni sufficienti previste dal decreto — sintetizza Ceccarelli, riferendosi in particolar modo alle seconde case — e chiediamo maggiori controlli ai varchi». Compito quest’ultimo che spetterebbe all’Autorità portuale ed eventualmente all’Autorità marittima, con il coinvolgimento della Prefettura, esattamente come proposto dai sindaci, che mantengono una flebile speranza di poter salvare una fetta della stagione estiva 2020. Speranza che si spegnerebbe subito — è la convinzione dei primi cittadini elbani — nel caso il contagio arrivasse sull’isola.
«Occorre che le autorità competenti vengano attivate affinché siano rafforzati i controlli ai varchi, anche con il supporto delle forze dell’ordine — fa eco Anselmi — o comunque, possano essere assunte tutte le misure che si riterranno opportune per conseguire questo obiettivo, essenziale per non vanificare l’enorme lavoro che stanno svolgendo in condizioni difficili gli operatori della sanità». Un giro di vite ancora più stretto per tutelare l’isola, perché il virus da solo non può attraversare il mare.