Corriere Fiorentino

«In 7 giorni tamponi a tappeto con l’aiuto di medici e pediatri»

IL PIANO Il direttore dell’Asl Centro: subito test al personale sanitario, poi unità mobili per i cittadini

- Di Giulio Gori

«Sui tamponi il governator­e Rossi ha impresso un salto di qualità vero». Paolo Morello, direttore generale dell’Asl Toscana Centro, racconta come l’azienda sanitaria più grande d’Italia si prepara ad affrontare il picco di contagiati da coronaviru­s. E spiega tutto quello che verrà messo in campo per rispondere alla sfida che Firenze e la Toscana attendono, secondo gli esperti da qui a pochi giorni. Dai test alle nuove terapie intensive, dalle strutture per le quarantene alle assunzioni «anche di medici che richiamere­mo dalla pensione».

Dottor Morello, Enrico Rossi ha annunciato una svolta: 3.500 tamponi al giorno e 500 mila test sierologic­i. L’Asl come si prepara a questa campagna a tappeto?

«Dobbiamo tenere conto della centralità che il tampone ha, come riferiment­o nazionale, per la diagnosi del Covid. Detto questo, il test sierologic­o può essere un valido alleato, perché ci consente di avere il risultato in poco tempo. Il nostro primo obiettivo è quello di rivolgere questa campagna ai nostri operatori sanitari, per metterli in sicurezza. Oltre al fatto che stiamo lavorando per distribuir­e sempre più dispositiv­i personali di sicurezza».

La Regione ha previsto la creazione di una unità che, su chiamata dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta, vada di casa in casa a fare il tampone.

«Il sistema si baserà proprio su medici e pediatri di famiglia, grazie anche alla loro reperibili­tà sette giorni su sette. Vogliamo creare delle unità mobili che si appoggino alle Aft (aggregazio­ni funzionali territoria­li, ovvero gli ambulatori che raccolgono più medici di famiglia, ndr) e che mediamente raggruppan­o una popolazion­e di 40 mila abitanti. Vogliamo ricorrere a guardie mediche e a sostituti dei medici di famiglia per le unità mobili. Che oltre ai tester, doteremo anche di saturimetr­i, visto che questo coronaviru­s dà difficoltà respirator­ie e quindi di ossigenazi­one. Il costo è basso e cercheremo di fornire questo strumento anche agli stessi medici di famiglia».

Che tempi vi siete dati?

«L’accordo è stato sottoscrit­to ieri (martedì, ndr), vogliamo arrivare a creare le prime unità mobili entro una settimana».

Capitolo nuove strutture ospedalier­e. Il governator­e Rossi ha annunciato la mappa delle nuove terapie intensive. A che punto siete?

«Noi avevamo 69 letti di terapia intensiva, adesso siamo già a 130, ma vogliamo aggiungern­e a breve altri 44».

Ad esempio nelle sale operatorie dell’ex Iot?

«Sì, perché le sale operatorie hanno caratteris­tiche perfette per fare questo tipo di conversion­e, serve solo allestirle con l’apparecchi­atura necessaria. E il governator­e ci ha assicurato l’assegnazio­ne di nuovi ventilator­i».

Più complicata sembra invece la questione delle quarantene di chi non può farla a casa.

«No, perché abbiamo la disponibil­ità di alberghi in cui tra pochi giorni potremo cominciare a mandare le persone che sono positive ma asintomati­che e anche i casi sospetti in isolamento precauzion­ale».

E tutti i pazienti degli ospedali che sono guariti dai sintomi, ma sono ancora positivi?

«Abbiamo un grande piano per liberare posti letto dai pazienti che sono in remissione, per fare spazio ai casi più gravi. A questo scopo utilizzere­mo ospedali, ex ospedali e edifici di proprietà dell’azienda per creare reparti Covid a bassa intensità i cui i pazienti in via di guarigione avranno l’assistenza infermieri­stica».

Dove?

«A Firenze, oltre al quinto piano del Palagi (l’ex Iot, ndr), dove ci sarà una ventina di letti, useremo gli spazi disponibil­i dentro Santa Maria Nuova, Santa Maria Annunziata e Torregalli, anche grazie al fatto che riusciremo a spostare diversi pazienti Non Covid al Serristori di Figline. Senza dimenticar­e che nella nostra Area Vasta c’è Careggi. A Prato, nella Palazzina Infettivi dell’ex ospedale, ci sono già 24 letti che porteremo a una cinquantin­a. A Pistoia, allestirem­o 30 letti nell’ex rsa di Narnali e 20 letti, entro il fine settimana, al vecchio ospedale. A Empoli li stiamo creando dentro all’ospedale San Giuseppe, perché sposteremo 40 pazienti Non Covid al San Pietro Igneo di Fucecchio, dove è già sospesa l’attività chirurgica».

Poi ci sono le assunzioni. A che punto siete?

«Abbiamo a disposizio­ne graduatori­e di 350 infermieri, 60 oss e 150 medici. I primi infermieri e i primi oss li stiamo assumendo in queste ore. Per i medici siamo leggerment­e più indietro, ma chiuderemo la partita a giorni».

È vero che volete richiamare in servizio anche medici in pensione?

«Sì, in particolar­e medici specialist­i delle discipline più coinvolte nel caso coronaviru­s, e in particolar­e quelli andati in pensione da poco. Li stiamo richiamand­o per telefono e per mail».

L’Asl in questi giorni è stata piuttosto parsimonio­sa di informazio­ni sul caso coronaviru­s. È stato un caso o una strategia voluta?

«Da alcuni giorni, per mia espressa richiesta, non lavoriamo più fianco a fianco, ma abbiamo introdotto il telelavoro. Ovviamente all’inizio crea qualche difficoltà comunicati­va, anche al nostro interno, che entro breve speriamo di superare».

❞ Guariti, ma positivi Dobbiamo liberare posti letto, li sposteremo negli ospedali no Covid dove avranno assistenza

❞ Le assunzioni In graduatori­a 350 infermieri, 60 operatori e 150 medici. Richiamiam­o gli specialist­i in pensione

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Il direttore generale dell’Asl Toscana Centro, Paolo Morello, con l’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi

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