Carabiniere organizza colpo in una casa di cinesi: scoperto e arrestato dai colleghi
Prato: aveva assoldato tre complici, vestiti da militari, per un colpo in casa di cinesi
I carabinieri hanno arrestato e portato in carcere un loro collega. L’appuntato con cui fino a ieri lavoravano gomito a gomito sarebbe l’ideatore di una rapina in villa. L’uomo, 36 anni, è stato arrestato all’alba di ieri mattina assieme a due complici, venditori ambulanti di frutta che hanno trattato per suo conto con i tre rapinatori che materialmente nel maggio scorso hanno eseguito il colpo in via Foscolo, di fronte all’ospedale di Prato. Erano venuti apposta dalla Campania, rassicurati dal carabiniere che ha indicato loro l’obiettivo: secondo le informazioni in possesso dell’appuntato, in quell’abitazione, quel giorno, dovevano esserci centomila euro in contanti, ma le vittime della rapina hanno denunciato di esser stati privati di 11 mila euro.
I rapinatori agirono travestiti da carabinieri, con pettorina e palette: con un finto mandato si fecero aprire la porta, distrussero la telecamera interna e agitando le pistole — forse finte —minacciarono la donna cinese che era in casa in quel momento. Poi fuggirono contando sulla copertura dell’appuntato, che aveva preso un giorno di malattia e si era appostato nei paraggi della casa.
Ma il militare — a cui nel curriculum non mancavano elementi postivi come la medaglia d’argento al valor civile per aver salvato, nel 2012, un uomo rimasto intrappolato nella sua auto in fiamme — non aveva fatto i conti con la tecnologia. Grazie ad una telecamera nascosta nella villa e a un software avanzato che confronta i volti dei pregiudicati con le immagini video, i carabinieri pratesi sono risaliti alla banda. Ad agosto i tre rapinatori sono stati arrestati ad Afragola (Napoli) e hanno confessato. Senza rinunciare a fare il nome dell’ideatore del colpo. Le indagini hanno verificato ciascuno dei particolari che in un primo momento sembravano inverosimili persino agli inquirenti. Fino agli arresti di ieri mattina. «Il contributo dei carabinieri — ha spiegato il procuratore Giuseppe Nicolosi di fronte al comandante pratese dell’Arma Marco Grandini —è stato determinante. Se è stato possibile arrivare al risultato di oggi è merito loro che hanno indagato con professionalità e senza riserve».
Non è chiaro se il materiale utilizzato per fingersi militari sia stato fornito dall’appuntato — come parrebbe ovvio — ma i dubbi più clamorosi sono quelli sulla vera entità del bottino della rapina. I tre campani, poche ore dopo il colpo, avevano litigato con il carabiniere perché sostenevano di aver raccolto solo pochi contanti. Ma l’accesso diretto agli atti da parte dell’ideatore della rapina ha svelato che la denuncia contemplava 11 mila euro sottratti. Come mai, però, l’appuntato sapeva di cento mila euro in contanti in quella casa? Che interesse avrebbero avuto i rapinati cinesi a non dichiarare la reale entità del denaro sottratto?
La Procura ha accertato frequentazioni del carabiniere nel mondo del malaffare orientale, oltre a chiarire che i mediatori — i due venditori ambulanti — lavorassero proprio nella Chinatown della città. Ma nessuno di questi elementi, al momento, ha portato a conclusioni sul punto. Appena arrestato, il carabiniere è stato sospeso dal servizio e dall’Arma, in attesa di un procedimento interno.
Le indagini I rapinatori individuati dalle telecamere, interrogati hanno fatto il nome dell’ideatore