Corriere Fiorentino

Morti all’Archivio di Stato: «La valvola non funzionava»

- Valentina Marotta

Persero la vita per una fuga di gas argon nella sede dell’Archivio di Stato di Arezzo. Piero Bruni, 59 anni, e Filippo Bagni, 55, erano accorsi nel seminterra­to per capire perché suonasse a vuoto l’allarme antincendi­o, ma non ritornaron­o più in ufficio. Furono i colleghi a dare l’allarme la mattina del 20 settembre 2018. A provocare quel terribile infortunio sarebbero stati una valvola malfunzion­ante e l’assenza di sfiatatoi nello sgabuzzino delle bombole. È quanto emerge dalla perizia depositata nei giorni scorsi dagli ingegneri Antonio Turco, Luca Fiorentini e Venerino Lo Cicero, nominati dal pm Laura Taddei. Il malfunzion­amento della valvola avrebbe convogliat­o il gas argon, anziché nella stanza dove sono conservati i documenti, nello sgabuzzino delle bombole. Per la morte dei due impiegati sono indagate per omicidio colposo 11 persone, tra cui il direttore dell’Archivio Claudio Saviotti oltre a tecnici della manutenzio­ne, installato­ri e responsabi­li del controllo. Ma dalla perizia potrebbero emergere altri profili di responsabi­lità. Secondo i periti durante i controlli dell’impianto antincendi­o dell’Archivio di Stato sarebbero emerse anomalie mai segnalate né riparate. La centralina che segnalò l’allarme per un incendio inesistent­e presentava un vetro diverso dall’originale. E proprio la lastra posticcia avrebbe provocato il malfunzion­amento dell’apparecchi­o. Ancora: nello sgabuzzino delle bombole di argon la valvola sarebbe stata montata in modo contrario, e non esisteva un canale di sfiato verso l’esterno. Per questo Bruni e Bagni sono stati uccisi da quel gas micidiale.

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