Corriere Fiorentino

Lavoro, il gran salto di Firenze

I dati Istat elaborati da Palazzo Vecchio: record di occupati, superata anche Milano

- Bonciani, Passanese

Per il terzo anno di seguito aumenta l’occupazion­e a Firenze e la città supera Milano, arrivando sul podio dietro solamente a Bologna. È la fotografia elaborata dai dati Istat del 2018, con il tasso di occupazion­e arrivato tra i 15 e 64 anni al 71,9% contro il 69,5% del 2017 e il capoluogo di regione secondo in Italia, superato da Bologna con il 74,2% ma davanti a Milano. «Senza infrastrut­ture però il Pil non può crescere» dice Caterina Sismondi dei Giovani Industrial­i.

Per il terzo anno di seguito aumenta l’occupazion­e a Firenze e la città supera Milano, arrivando sul podio dietro solamente a Bologna, fissando il dato più elevato degli ultimi 15 anni. È la fotografia elaborata dai dati Istat del 2018, con il tasso di occupazion­e arrivato tra i 15 e 64 anni al 71,9% contro il 69,5% del 2017 e il capoluogo di regione secondo in Italia, superato da Bologna con il 74,2% ma davanti a Milano che si ferma al 71,3%.

Il report sul lavoro e sul numero di occupati è stato elaborato dall’ufficio statistica di Palazzo Vecchio. La perfomance di Firenze significa il tasso di occupazion­e più elevato registrato negli ultimi 15 anni con i residenti nel comune occupati passati da circa 171.000 nel 2017 a 175.000 nel 2018 e con un aumento dal 2014 di 14.000 tra uomini e donne che lavorano. L’ammontare di occupati — sottolinea Palazzo Vecchio — è di circa 20.000 unità superiore al periodo pre-crisi (2007-2008) in cui il numero di occupati era stimato di circa 150.000 unità e parallelam­ente è calato il tasso di disoccupaz­ione: era il 9,4% nel 2017 e nel 2018 è stato del 5,7%, il livello più basso dal 2010, con 7.000 disoccupat­i in meno in 12 mesi: ora i disoccupat­i fiorentini sono circa 11.000 residenti. Infine la cassa integrazio­ne straordina­ria nell’industria (legata a situazioni di crisi) tra il 2016 e il 2018 in Toscana è calata del 70%, a Firenze del 60%.

Analizzand­o invece i dati Inps, nel commercio, turismo e lavoratori autonomi se in Italia tra il 2014 e il 2017 c’è stata una flessione del -0,3%, a Firenze e provincia nello stesso periodo è stato registrato un +0,3%. Meno buone le notizie nel settore degli artigiani. Così se a livello nazionale tra il 2014 e il 2017 Inps ha registrato una flessione di iscritti una flessione del -5,3% nella provincia fiorentina il calo è stato più contenuto, dello -2,8% . Nel dettaglio i numeri del commercio sono in calo dal 2012 (da 43.588 iscritti a 43.146), mentre nell’artigianat­o a Firenze come in Italia l’emorragia è stata molto più forte: nel 2008 gli artigiani iscritti all’Inps in provincia di Firenze erano 44.090, nel 2013 sono scesi sotto quota 42.000 per poi accelerare ulteriorme­nte la perdita tanto che nel 2017 sono stati 39.439.

«Questi dati confermano un trend positivo, opposta a quello nazionale: Firenze ha ormai imboccato la strada della crescita — è il commento del sindaco Dario Nardella — La città ha raggiunto un tasso di disoccupaz­ione che è praticamen­te la metà di quello nazionale e si conferma come un polo di attrazione di investimen­ti e di creazione di occupazion­e. Per questo è a maggior ragione indispensa­bile seguire con la massima attenzione le vicende più critiche che interessan­o il territorio come quelle di Cavalli e della Bekaert». «Occorre — aggiunge — spingere l’accelerato­re sui temi del lavoro e della formazione con un occhio particolar­e sulla disoccupaz­ione giovanile. Anche sbloccando i cantieri e con un maggiore collegamen­to tra formazione e mondo del lavoro e più promozione di nuove imprese».

Il sindaco Imboccata la strada della crescita, ma è necessario sbloccare i cantieri e spingere con più forza sulla formazione giovanile Massima attenzione alle vertenze Cavalli e Bekaert

In Italia

Davanti al capoluogo toscano solo Bologna In calo commercio e artigianat­o

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