«Dai miei cannoni nascono i fiori»
Cai Guo-Qiang agli Uffizi: celebro Botticelli con la polvere da sparo invece dei colori
C’è una lunga tradizione prima di lui da cui — ne siamo sicuri — Cai Guo-Qiang ha preso ispirazione. Erano gli anni ‘60, e poi i caldi anni ‘70. E un’intera generazione di pacifisti si identificava in uno slogan indimenticabile: «Mettete i fiori nei vostri cannoni» cantavano i Giganti nel 1967 e replicavano gli studenti nelle manifestazioni. Nello stesso anno Marc Riboud, fotografo francese, avrebbe declinato questo slancio umanitario in una foto celeberrima — s’intitolava Jeune fille à la fleur e fissava l’immagine di una ragazza sola ad affrontare un plotone di fucili con un fiore in mano.
La coerente declinazione di questo grido gentile è la mostra, da oggi e fino al 17 febbraio ospitata in dieci sale agli Uffizi (ala di levante) di Cai Guo-Qiang, artista cinese celeberrimo, Leone d’oro alla 48esima Biennale di Venezia del 1999 e, nel 2012, vincitore del Praemium Imperiale, che riconosce i successi artistici raggiunti in vita all’interno di categorie non incluse nel Nobel. Flora Commedia, è questo il titolo della mostra, è si un omaggio a Botticelli alla sua Primavera e alla sua Nascita di Venere e al Rinascimento tout-court ma è un omaggio che trasforma la polvere da sparo colorata o della stessa tonalità del carboncino in materia che crea forme sulle tele. Dieci sale per due video e una carrellata di tele vi accoglieranno con soggetti che citano i grandi del Rinascimento e non solo. Ma prima di addentrarci nei soggetti con cui è realizzato il percorso espositivo — curatori Eike Schmidt e Laura Donati — è interessante sapere come tecnicamente ha lavorato l’artista: «Il procedimento con cui trasformo la polvere da sparo in materia per creare immagini segue uno schema preciso. Su una tela precedentemente poggiata per terra dispongo la polvere da sparo secondo la forma che voglio ottenere, riprendendo la sagoma da un disegno preliminare, quando occorre. Poi copro la tela e a questa copertura giustappongo dei pesi, quindi produco uno scoppio sotto la superficie».
A scoppio avvenuto e dopo aver tolto la guaina di copertura sulla tela troveremo una bruciatura che riproduce il disegno ideato all’inizio». E sarà una tela bruciata nei punti giusti ed eventualmente con quelle stesse bruciature colorate. Procedimento ingegnoso che trasforma un materiale aggressivo per eccellenza in strumento di bellezza.
Qui agli Uffizi, dopo l’anteprima di domenica che ha visto piazzale Michelangelo diventare teatro di fuochi d’artificio piegati a creare forme floreali, il percorso espositivo (oltre a un video che mostra la procedura tecnica sopra illustrata e un altro che documenta i fuochi sopra la città) propone una sala dedicata a celebrare il patrimonio botanico di Boboli, una a restituire le forme della Primavera e della Nascita di Venere, una dove sono presenti quattro autoritratti di Cai Guo-Qiang, uno dei quali resterà agli Uffizi e un’altra con tele ispirate a un libro erotico del XVI secolo e alle sue illustrazioni. Non basta: la mostra, che è frutto di un periodo di studi trascorso dall’artista in città, tra Boboli e il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, durante lo scorso anno, propone anche Study of birds omaggio a Leonardo Da Vinci per il 500° anniversario della sua morte.
❞ Dispongo la polvere da sparo sulla tela secondo la sagoma che voglio creare, poi la ricopro mettendo anche dei pesi, quindi produco lo scoppio La forma che resterà impressa sulla base bianca è quella da me pensata prima