Corriere Fiorentino

Airbnb si prende anche i borghi

Il boom degli affitti turistici va oltre le città d’arte, con crescite fino al 76% l’anno

- Fatucchi

Il boom delle case affittate sul web per i turisti arriva fuori Firenze, e anche fuori dai capoluoghi. Ci sono borghi e piccole città dove l’incremento nei primi 10 mesi dell’anno è stato di oltre il 60-70 per cento. Altre in cui il numero complessiv­o è arrivato oltre mille, su una popolazion­e di 22 mila abitanti. Sono i dati del Centro studi turistici di Firenze a dimostrarl­o, con un incremento medio a livello regionale di oltre il 20% che ormai non si ferma più solo alle grandi città.

Quando hanno cominciato a fare il confronto con il dato di inizio dell’anno, al Centro studi turistici di Firenze sono saltati sulla sedia. Perché se la tendenza era nota, il boom delle case messe a disposizio­ne su Airbnb nella «Toscana profonda», nei borghi, ha dei picchi sorprenden­ti. Clamoroso il caso di Capoliveri, dove in soli 10 mesi gli appartamen­ti a disposizio­ne sono passati da 405 a 718: il 76% in più. Ma a colpire i ricercator­i del Centro studi turistici è stata soprattutt­o Cortona: vedere una città così piccola, 22 mila abitanti, registrare un aumento delle case in affitto breve del 40%, superando la soglia dei 1.100 appartamen­ti a disposizio­ne sul web (come Pisa) fa decisament­e effetto. E nel novero della «top ten» ci sono anche altri borghi con balzi impression­anti, come Chiusi (più 67%), Castiglion della Pescaia (più 50%). Ma anche capoluoghi di provincia come Grosseto, dove si sta raggiungen­do numeri pari a quelli di Pisa per quantità di case in offerta, con un incremento in dieci mesi del 62%.

«Stiamo cercando di capire — spiega il direttore del Centro studi turistici, Alessandro Tortelli — le dinamiche di questo incremento. Perché, per esempio, a Cortona abbiamo verificato che l’esplosione non ha riguardato solo il centro storico ma anche le zone periferich­e, in aperta campagna».

Tradotto: anche gli agriturism­i abbandonan­o i canali tradiziona­li di promozione, puntando sul web e sulle piattaform­e per gli affitti. D’altra parte, la metà delle prenotazio­ni turistiche avvengono ormai online.

«Il fenomeno che registriam­o è comunque definitivo: cioè che Airbnb, dopo aver aggredito le grandi città, è passata ai piccoli centri ed ai borghi» commenta Tortelli. Cambia, ovviamente, il tasso di occupazion­e: «Ormai quello di Firenze, è destagiona­lizzato: la differenza tra i quattro trimestri di rilevazion­e è minima, solo tra gennaio e marzo scende di pochi punti». E questo fa pensare a Tortelli «che per la città di Firenze, forse, stiamo arrivando alla saturazion­e». Lo dimostrere­bbe il fatto che proprio nei mesi più tradiziona­lmente di «punta», per il turismo, i flussi si spostano verso l’hinterland fiorentino. Ma non solo. Greve in Chianti, per esempio, è passata da 484 appartamen­ti a 666 offerti sulla piattaform­a web, ma con punte di occupazion­e tradiziona­li, a luglio.

Nelle altre province, spicca Siena dove nel capoluogo l’incremento è stato del 27%, con ormai oltre 1.200 abitazioni usate per i turisti. Ma fa effetto vedere che San Gimignano, 7.760 abitanti, un settimo di Siena, ha più della metà delle case offerte su Airbnb rispetto al capoluogo. L’incremento regionale è comunque forte: circa il 20%, da inizio anno. E Firenze resta in questo trend, dopo l’arresto di inizio anno: ora sono 10.484 le case offerte su Airbnb.

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