Corriere Fiorentino

Bekaert, arriva il manager E scatta subito la protesta

Protesta nella fabbrica con i giorni contati. Oggi stop dell’industria a Firenze e provincia

- G.G.

Assieme FIGLINE INCISA (FIRENZE) a Yvan Lippens, vice presidente di Bekaert Europa, Frank De Bruyne, che per la multinazio­nale belga è il responsabi­le della ricerca, il 22 giugno era tra gli emissari che comunicaro­no agli operai di Figline che il 4 settembre lo stabilimen­to chiuderà i battenti. Così, ieri mattina, quando De Bruyne è tornato in via Petrarca per verificare lo stato di avanzament­o di un nuovo prototipo di steelcord (la cordicella metallica degli pneumatici), i 318 lavoratori figlinesi si sono fermati per protesta e hanno indetto un’ora di sciopero: «Ci siamo sentiti presi in giro». Dal 22 giugno, da quella mattina in cui sono arrivate le lettere di licenziame­nto, la progettazi­one del nuovo prodotto è ferma. E i rappresent­anti sindacali, ieri mattina, sono entrati nell’ufficio del dirigente per spiegargli che «a Figline i vertici di Bekaert non sono graditi». Del resto, dopo l’acquisto da parte dei belgi del settore steelcord di Pirelli, nel 2014, Figline ha avuto un ruolo ingrato: prima progettare e realizzare una nuova cordicella, poi insegnare come produrla ai colleghi in Romania, Slovacchia e Cina, infine essere sacrificat­i per il costo del lavoro troppo alto rispetto a quello degli stabilimen­ti stranieri del gruppo.

Oggi però, rappresent­anti dei lavoratori, sindacalis­ti e emissari della multinazio­nale torneranno ad incontrars­i: in tutta la Città metropolit­ana sono state dichiarate quattro ore di sciopero generale per tutto il comparto metalmecca­nico (lo sciopero scatterà nelle ultime quattro ore di ogni turno); alle 14 sindacati e operai faranno un presidio in piazza della Repubblica a Firenze, dove poi saliranno nella sede di Confindust­ria Toscana che ha organizzat­o un incontro con Bekaert. L’associazio­ne regionale degli industrial­i sembra infatti volere svolgere un ruolo di mediazione nella vertenza.

Da parte loro, gli operai spiegano che chiederann­o all’azienda di «ritirare le 318 procedure di licenziame­nto e aprire un tavolo di discussion­e per un destino diverso per lo stabilimen­to di Figline». I belgi, dopo l’invito del ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e del governator­e Enrico Rossi, sembrano ora aver dato la disponibil­ità a partecipar­e al tavolo di trattativa che si aprirà domani al ministero dello Sviluppo economico, a Roma. Una presenza fondamenta­le per provare a cambiare le sorti dello stabilimen­to valdarnese, a partire dall’attuale e ferma volontà di Bekaert di chiudere, anziché vendere, per non dare spazio a un possibile concorrent­e di mercato. Nebbia fitta, invece, sulla partecipaz­ione di Pirelli, invitata al tavolo da Rossi in quanto ex proprietar­ia della fabbrica di Figline e attuale cliente di Bekaert. Ieri, a Milano, i vertici dell’azienda italiana hanno tenuto un summit per discutere del caso e sull’opportunit­à di essere coinvolti nella vertenza. Ma, alla fine del vertice, al quartier generale della Biccocca, le bocche sono rimaste cucite.

A Figline, spunta anche il problema delle ferie e il timore che circola tra gli operai è quello di una possibile chiusura anticipata da parte di Bekaert per evitare possibili forme di resistenza a settembre: «Il 5 agosto lo stabilimen­to chiuderà per le ferie estive e noi abbiamo paura che, se lasciamo gli impianti, l’azienda faccia una serrata — dice Daniele Calosi di Fiom — Dovremo continuare a presidiare lo stabilimen­to ma da soli non ce la faremo. Abbiamo bisogno di tutti».

Due vertici Oggi a Confindust­ria Toscana l’incontro con l’azienda, domani il tavolo al ministero

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