Meraviglia alla Specola Il solstizio d’estate nella Sala delle Cicogne
COI LETTORI NELLA FIRENZE NASCOSTA
C’era lo zoccolo duro dei super affezionati della «Firenze nascosta». «Noi li abbiamo fatti tutti e sette gli incontri e torniamo anche domani» annunciano i «lettori assidui» (per autodefinizione) del Corriere Fiorentino in un gruppo di cinque, a fine visita guidata, uscendo dalla Specola. « E possiamo dire che senza alcun dubbio questa è stata di gran lunga la più bella visita di tutta la serie che avete organizzato». Non c’erano mai state tante domande, curiosità, partecipazione, come per il museo della storia naturale dell’Università di Firenze. Merito del fascino degli strumenti matematici e astronomici antichi e dei reperti geologici, della figura di Galileo Galileo e della sua storia, degli enormi telescopi, del grande torrino panoramico, dell’intrigante telenovela architettonico-artistica che ha investito nei secoli il museo di via Romana. E dell’appassionata lezione tenuta da Fausto Barbagli, storico della scienza e grande esperto della Specola. Il settimo appuntamento nella «Firenze nascosta» ha conquistato l’attenzione dei lettori del Corriere Fiorentino come nessun altro. E oggi, per chi si è prenotato, si concludono le visite ai tesori meno conosciuti della città, pensati e organizzati per i dieci anni di vita del giornale: ultimo appuntamento ai depositi di Paleontologia di via La Pira. Un altro pezzo importante del complesso Sistema museale d’Ateneo presieduto dal professor Marco Benvenuti, di cui fa parte la stessa Specola.
È stato scelto il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, e un orario, le 12.30, non casuali. Solo così il gruppo di lettori del Corriere Fiorentino ha potuto ammirare «l’inizio ufficiale, secondo natura, della stagione estiva » avvenuto esattamente alle 13.11 di ieri, quando la piccola palla formato dai raggi del sole che filtra dallo gnomone posto sotto il soffitto del torrino, ha incrociato la meridiana colpendo esattamente il punto in cui inizia l’estate solare.
Dalla Tribuna di Galileo con la storia del grande convegno scientifico pre-unitario voluto dal granduca Pietro Leopoldo, alla Sala delle Cicogne con la meridiana e il telescopio: Barbagli e Mauro Bonciani, giornalista del Corriere Fiorentino ed ex studente di biologia proprio alla Specola, hanno accompagnato la visita tra cimeli e aneddoti legati a Galileo. «Guardate la tribuna, la sua architettura, i suoi affreschi tutti di scuola toscana e le sue “reliquie” come se fossero un tempio — ha osservato lo storico della scienza — perché è con spirito laicamente religioso che il granduca ha pensato questo luogo, in omaggio all’Illuminismo, alla memoria di Galileo e per la celebrazione del metodo scientifico sperimentale che è qui è narrato nelle sue tappe fondamentali». In un edificio che per molte sue parti rappresenta un esempio quasi unico di tardo neoclassico fiorentino.
E qui, nel settembre del 1839, il figlio del farmacista di Santa Felicita (la stessa oggi oscurata dal cantiere dele polemiche), Tito Puliti, ha scattato la prima fotografia della storia, a due settimane di distanza dalla presentazione da parte di Louis-Jacques-Mandé Daguerre del primo dagherrotipo all’Accademia francese delle scienze.