«Via l’obbligo sui vaccini? In Toscana no»
«Non sono contraria ai vaccini, però non ci deve essere l’obbligo». La neo-ministra della salute, Giulia Grillo, si è più volte esposta contro la legge sull’obbligo dei vaccini. Ora che l’esponente Cinque Stelle è al governo, sostenuta anche dal manifesto elettorale del Movimento, potrebbe portare a termine il suo obiettivo: abrogare la legge Lorenzin. Se così fosse, la Regione Toscana, che prima della legge nazionale aveva lanciato una sua legge regionale sull’obbligo dei vaccini, sarebbe pronta a riproporla? «Sì», è la risposta lapidaria dell’assessore regionale alla salute, Stefania Saccardi, che quelle norme un anno fa aveva portato all’approvazione della giunta. A giugno 2017 tutto si era fermato, prima del voto in Consiglio regionale, proprio perché con il decreto voluto dal governo Gentiloni la legge regionale era diventata inutile. Ma ora il tema si potrebbe riproporre con tutta la sua forza, tanto più che le norme di allora avrebbero avuto bisogno solo nel passaggio in Consiglio, visto che dopo la giunta erano state già vagliate anche dalla commissione sanità. Cosa conteneva quella proposta di legge? L’ultima versione prevedeva che i vaccini obbligatori e raccomandati (ad oggi 15, rispetto all’obbligo nazionale ci sarebbero anche anti pneumococco, meningococco C e B, rotavirus e papilloma virus) fossero necessari per iscrivere i figli ad asili nido e centri per l’infanzia (come le ludoteche). Mentre per le scuole materne, l’accesso sarebbe stato consentito anche ai non vaccinati, ma solo se i loro genitori avessero accettato di frequentare corsi dell’Asl di promozione dei vaccini. Una legge che, secondo Saccardi, sarebbe stata inattaccabile dalla normativa nazionale almeno per quel che riguarda gli asili nido e centri per l’infanzia. (Giulio Gori)