Cie anche in Toscana E accoglienza gestita dalla Regione
Il programma su sicurezza e immigrazione, contenuto nella bozza dell’accordo M5SLega, farà felici i sindaci di Firenze e Prato, Dario Nardella e Matteo Biffoni, molto meno il presidente della Regione Enrico Rossi. Perché la scelta è quella di avere «sedi di permanenza temporanea finalizzate al rimpatrio, con almeno uno per ogni regione, previo accordo con la Regione medesima, e con una capienza tale da garantire il trattenimento di tutti gli immigrati il cui ingresso o soggiorno sia irregolare, presenti e rintracciati sul territorio nazionale». Ma non sono i piccoli Cpt previsti dall’ex ministro Marco Minniti, o almeno la dimensione non viene specificata. Inoltre, si torna al vecchio schema dei Cie per la durata della permanenza: non breve, ma fino a 18 mesi. Due elementi che potrebbero renderli invisi non solo alla sinistra ma anche al Pd, pur sostenitore della «stretta legalitaria» di Minniti, esponente dei Democratici . Occorre però tenere presente che se la collocazione di un Cpt in ogni regione è ancora sub judice (è una delle parti in rosso, quindi suscettibile di approfondimenti, nel contratto di governo), un’altra parte sarebbe già decisa: quella dei 18 mesi. La vera partita, per M5S e Lega, però sul fronte dell’immigrazione, si gioca in Europa, con la messa in discussione degli accordi di Dublino sul primo Stato di arrivo (che si prende in carico il richiedente asilo) e sulle norme delle navi che le soccorrono ed i porti di arrivo. Sempre sull’immigrazione, i due partiti che stanno tentando di formare il governo vogliono togliere ai privati la gestione dei centri di accoglienza ed affidarli alle Regioni, ma queste strutture si potranno aprire solo se i Comuni dove sono collocati sono d’accordo: «Si deve superare l’attuale sistema di affidamento a privati dei centri e puntare ad un maggiore coinvolgimento delle istituzioni pubbliche, a cominciare da quelle territoriali, affidando la gestione dei centri stessi alle Regioni e prevedendo misure che dispongano l’acquisizione del preventivo assenso degli enti locali coinvolti, quale condizione necessaria per la loro istituzione». Un sistema forse compatibile col «modello toscano» di accoglienza. Anche un altro capitolo, quello della «certezza della pena», potrebbe piacere al sindaco Nardella, che aveva annunciato di voler lanciare una iniziativa nazionale sul tema. Con toni — come quelli sull’immigrazione — che paiono più pendere verso le parole d’ordine della Lega, però, che (almeno per lo stile) del M5S.