«Legami con la mafia, ma senza prove» C’è l’archiviazione per Bulgarella
«Legami abituali anche economici con esponenti di Cosa Nostra ma non ci sono le prove che attestino flussi di denaro reimmessi in attività economiche da Andrea Bulgarella». È stata archiviata così dal gip di Firenze, Alessandro Moneti, l’inchiesta sull’imprenditore siciliano dagli anni Novanta trapiantato a Pisa, da tre anni sotto la lente dei magistrati antimafia. È stata la stessa Procura a chiedere l’archiviazione per le accuse di associazione mafiosa, autoriciclaggio, appropriazione indebita e concorso in truffa. Restano in piedi contestazioni minori, come i rapporti con il Credito cooperativo di Cascina o l’Unicredit, sulle quali dovranno pronunciarsi le procure competenti per territorio ma — sottolinea il gip — non c’è alcuna associazione mafiosa. Soddisfazione degli avvocati di Bulgarella, Tullio e Giulia Padovani: «La giustizia ha compiuto il suo corso, cancellando l’onta di accuse gravissime. Non possiamo esprimere la medesima soddisfazione per i tempi e le contraddizioni con cui essa si è realizzata, visto che la sola ipotesi che persone tanto distanti dalla mafia potessero ad essa essere vicine ha procurato incalcolabili danni reputazionali ed economici, che solo gli specchiati comportamenti di queste persone possono contribuire a lenire, ma non a cancellare». In realtà il provvedimento di archiviazione del giudice Moneti suona come un atto di accusa. Il giudice sottolinea che «le indagini hanno attestato relazioni stabili, amichevoli e contrassegnate anche da rapporti economici tra Bulgarella e persone legate a Cosa Nostra» ed elenca tutti i rapporti emersi nel corso delle indagini, a partire da quelli con l’imprenditore palermitano Girolamo Bellomo sposato con Lorenza Guttadauro, figlia di Filippo, appartenente alla famiglia mafiosa di Palermo Brancaccio, ai rapporti con Rosalia Messina Denaro, sorella del latitante Matteo. Le disavventure giudiziarie di Bulgarella in Toscana partono a ottobre 2015 quando viene raggiunto da un provvedimento di sequestro di alcuni documenti. Gli investigatori del Ros sospettavano che la sua attività avesse all’origine «il riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa e in particolare del clan che fa capo a Messina Denaro». «Ho rischiato di vedere distrutta la mia vita imprenditoriale ma sono riuscito a resistere» il commento di Bulgarella che sulla sua vicenda ha pubblicato anche un libro «Partita truccata»: «Rimane un rammarico: ancora una volta avevo dato agli investigatori e agli inquirenti la mia disponibilità a essere interrogato. Avrei dato la prova documentale ed indiscutibile di come fossero assolutamente infondati anche gli iniziali sospetti. Con i miei esposti, il mio comportamento e le richieste di aiuto ai migliori servitori dello Stato ho sempre denunciato “la partita truccata” e come testimoni della mia condotta e dei miei valori ho sempre indicato investigatori e coraggiosi uomini delle istituzioni. Il mio pensiero — conclude — va agli imprenditori siciliani, onesti come me, schiacciati da accuse false e da inchieste montate ad arte. Io ho avuto il coraggio di resistere, e di contrattaccare, anche per tutti loro».
La reazione
«Ho rischiato di vedere la mia vita distrutta ma sono riuscito a resistere»