«Pronto, qui la Asl»: il call center va in carcere
Progetto della Regione per 10 detenuti che risponderanno per 6 mesi da Solliccianino
I detenuti diventano centralinisti e prendono le prenotazioni per le visite mediche dei fiorentini. Un progetto reso possibile dall’accordo tra Regione e Amministrazione penitenziaria, che da maggio nel carcere di Solliccianino, attiverà due call center Cup della Asl. A rispondere saranno proprio i reclusi, che si affiancheranno agli altri centralinisti e segneranno gli appuntamenti per le visite. Ai detenuti sarà garantita la formazione da parte della Asl e corrisposto un compenso tramite borsa-lavoro per un periodo di almeno sei mesi. Dopo la formazione e i primi sei mesi, il rapporto di lavoro potrà essere trasformato, previa valutazione di idoneità da parte della Asl, in contratto interinale per al massimo un anno. Un progetto, ha spiegato l’assessore regionale Stefania Saccardi, pensato per dare una possibilità professionale ai reclusi e per abbattere l’alto tasso di recidiva una volta fuori dal carcere, nell’ottica di un loro reinserimento.
Il progetto, già attivo nel carcere di Massa, intende allargarsi agli altri penitenziari toscani. Finanziato dalla Regione con 100 mila euro, coinvolgerà una decina di detenuti, alcuni dei quali risponderanno dal call center dentro Solliccianino, altri invece, grazie alla custodia attenuata, direttamente dal call center di San Salvi. La Asl fornirà le apparecchiature necessarie (computer, mobili, apparecchi telefonici, software), le direzioni degli istituti penitenziari garantiranno invece la sicurezza relativa all’attivazione degli sportelli nel carcere, la selezione dei detenuti, il reperimento di locali idonei per le postazioni di lavoro, l’attivazione delle autorizzazioni per l’accesso a internet e alle reti delle Asl.