La rendita attacca l’Oltrarno
In due palazzi svuotati in piazza San Felice si faranno appartamenti di lusso per turisti
Due grandi palazzi dell’Oltrarno diventano residenze per turisti. E che residenze. Due operazioni, una su un palazzo di proprietà privata, un’altra su un immobile pubblico, trasformeranno oltre due mila metri quadri complessivamente in altre stanze e appartamenti per turisti. A due passi da piazza Pitti.
I due immobili sono in piazza San Felice. E non si tratta solo di trasformare case in resort — anche se molte di quegli appartamenti sono ormai vuoti da anni o già usati da tempo per Airbnb o affitti a studenti stranieri — ma c’è anche il rischio di perdere uno dei «capisaldi» della città vissuta dai residenti, da chi ci abita 365 giorni l’anno: la farmacia.
«Sì, ci è stato comunicata la disdetta, se ne sta occupando l’avvocato» spiega il titolare della storica farmacia, aperta dall’800 in quella piazza, Piero Pacenti. Che ha scoperto che gli attuali proprietari, una famiglia fiorentina, ha anche chiesto di togliere il vincolo della sovrintendenza sul locale (vincolo che tutelerebbe peraltro solo gli arredi). E peraltro, commenta il farmacista «sappiamo che anche quando la soprintendenza si oppone, spesso i giudici danno ragione a chi vuole togliere». Ed è vero: perché quello è un palazzo ex Leopoldine, ma a parte gli arredi, è stato trasformato molto negli anni. Ma cosa vogliono farci al suo posto?
Non è possibile contattare i nuovi proprietari, che hanno finora trattato l’operazione tramite un avvocato. Si tratterebbe di fiorentini, pare interessati a far diventare anche quel palazzo una residenza d’epoca. Anche se, rimbalza da «radio Oltrarno», al momento la farmacia si vedrebbe «solo» aumentare l’affitto: vedremo poi se Pacenti vorrà sostenere il nuovo canone. Ma comunque lui si sfoga: «È uno dei tanti passaggi della desertificazione del centro, ormai se ne vanno tutti», si sfoga.
Se se ne dovesse andare anche la farmacia, sarebbe un altro presidio alla residenza perso: non solo per il negozio in quanto tale, ma anche per il rapporto con i medici di famiglia ed il vicinato. Mentre siamo là, passano habitué tra cui anche tre badanti che prendono i medicinali per i propri assistiti.
A fianco del palazzo da 4 piani, c’è l’altro, sempre da 4 piani ma più ampio, oltre 1.100 metri quadri. Quasi interamente abbandonato da 8 anni, l’ultimo affittuario se ne è andato nel 2013. Era di proprietà dell’Agenzia del Demanio: faceva parte di quei beni da «valorizzare» d’intesa con le amministrazioni locali, che concordavano piani urbanistici, varianti e permessi, per poi piazzarle sul mercato (e usare questi fondi per ripianare il debito pubblico).
Al civico 3 i campanelli sono polverosi e non funzionanti. Di tutto lo stabile l’unico spazio utilizzato è il fondo commerciale del Caffè Bianchi, ora chiuso per ferie (a cui, garantiscono dall’Agenzia del Demanio, non è stato chiesto di interrompere la concessione).
Un altro palazzone in posizione strategica, anche questo destinato a diventare residenza d’epoca per affitti turistici. È la trasformazione concessa dal Comune, era nell’asta che ha messo in piedi il Demanio e c’è già il vincitore. Qui la formula è diversa: chi ha vinto, farà i lavori, prenderà in uso per 35 anni la struttura, darà in cambio complessivamente al Demanio (che dopo 35 anni potrebbe riprendersi il possesso dell’immobile, a meno di future vendite tal quale) 4 milioni e 170 mila euro.
La proprietà che ha vinto l’asta è la Xenia Hotel Collection Srl, che gestisce a Firenze già Palazzo Guiccardini e Palazzo Rosselli Cecconi e, sempre con una acquisizione dal Demanio, aprirà un’altra residenza d’epoca a Venezia.
Presidente della Xenia Hc è Lapo Baroncelli, vicepresidente di Confindustria Firenze, delegato a «smart city» e Città metropolitana, è stato presidente di Firenze Fiera.
«Noi interveniamo su un palazzo degradato — spiega Baroncelli — faremo una struttura, ancora non abbiamo definito a quante stelle, di 17 camere. È un palazzo storico, abbandonato da oltre 8 anni. Completamente distrutto, anche se molto bello». Un investimento «per una concessione da valorizzazione per 35 anni».
Un’operazione possibile «grazie ad un accordo precedente con l’amministrazione comunale, è già previsto che si trasformi in una struttura ricettiva, di medio alto livello. Le nostre operazioni sono di questo tipo». Nessun interesse per il Caffè Bianchi, «non è il nostro core business la parte ristorazione, faremo un solo bar all’interno. Affitteremo camere, è di fatto un albergo» spiega ancora Baroncelli.
Se si guardano alle ultime operazioni di rilievo in città su immobili pubblico o parapubblici, si vede che quasi tutte sono o erano orientati al turismo, da Costa San Giorgio al Palazzo delle Ferrovie in viale Lavagnini al progetto (al momento saltato) per la trasformazione dell’ex Teatro Comunale, unico caso in cui sono previste anche residenze «normali». Per il resto, le residenza Airbnb (gestito al 60% da grandi proprietari), in città sono salite a 9.444 (dato ieri, fonte Airdna). Di queste, 1.634 sono in Oltrarno, dentro le mura.
Al civico 2
I privati che vogliono vendere hanno chiesto la rimozione del vincolo per la vecchia farmacia
Al civico 3
Una società guidata dal vicepresidente di Confindustria l’ha comprato dal Demanio