Il salto di Gucci, sopra i 6 miliardi Ora è la seconda griffe al mondo
Nel bilancio 2017 numeri da record per Bizzarri e Michele: fa meglio soltanto Louis Vuitton
Adesso Gucci ha davanti solo Louis Vuitton. I dati 2017 confermano la corsa del marchio delle due G del gruppo Kering, guidato dal duo Marco Bizzarri, Ceo, e Alessandro Michele, direttore creativo. Con 6,2 miliardi di fatturato, infatti, Gucci ha superato Hermes (5,5 miliardi) e ora ha davanti solo LV, che ha fatturato 9,6 miliardi di euro. Una crescita che non si arresta e che sta portando anche a centinaia di assunzioni tra Scandicci, Firenze e la Toscana (900 tra 2017 e 2018), rafforzando così le radici fiorentine della griffe e la capacità produttiva di eccellenza nella pelletteria e nelle scarpe.
Oltre ai dati economici, Gucci ha tagliato altri due traguardi, l’apertura del Gucci Garden in piazza Signoria, museo, ristorante e boutique, dopo il profondo restyling voluto da Michele e l’inizio della operatività del ArtLab, il nuovo centro di eccellenza di pelletteria e calzature nato negli spazi della ex Matec, a Scandicci (pelletteria e calzature incidono per il 55% e 19% del totale delle vendite Gucci, a testimonianza dell’importanza delle due categorie di prodotto per la griffe nata a Firenze).
La Gucci dei record, come i sei miliardi superati per la prima volta, nel 2017 ha registrato vendite totali per 6,2 miliardi (+45% rispetto al 2016), scavalcando la soglia dei 6 miliardi che era stata fissata appena 18 mesi fa come obiettivo di medio-lungo periodo per il marchio, e superando per dimensioni di crescita i principali marchi concorrenti. Non solo, la seconda parte dell’anno ha visto le vendite accelerare rispetto al primo semestre e l’ultimo trimestre ha segnato +43%, nonostante il quarto trimestre del 2017 avesse già fatto registrare una crescita boom.
I risultati senza precedenti — «I profitti operativi di Gucci sono quadruplicati negli ultimi 18 mesi, mentre i ricavi sono più che triplicati», ha sottolineato il Financial Times — sono frutto di una spinta che nel corso del 2017 non si è mai fermata e il risultato operativo è stato di oltre ai 2 miliardi, in crescita del 69%, per un’incidenza record sulle vendite del 34%. Tutte le aree geografiche hanno registrato nell’anno che si è chiuso crescite eccezionali — Europa +58%, Nord America +44%, Giappone +21%, Asia Pacific +48% — e sono andate bene sia le vendite indirette su tutte le collezioni di Alessandro Michele che le vendite on-line cresciute nel corso dell’anno dell’86%.
Gucci, che piace ai millenials e non solo, e che è tornata agli antichi fasti, dettando le regole dello stile e del mercato, ha fatto volare i conti di Kering (tra i suoi marchi anche Yves Saint Laurent, Bottega Veneta e Puma) che ha chiuso il 2017 con un nuovo anno record e vendite superiori a 15 miliardi di euro, mentre l’utile netto è più che raddoppiato arrivando a quota 1,7 miliardi. «Abbiamo registrato un anno fenomenale. In un anno, abbiamo creato più di 3 miliardi di euro di fatturato aggiuntivi. Gucci, la cui performance non è stata niente di meno che spettacolare, sta amplificando la sua desiderabilità in tutti i mercati», ha sottolineato ieri FrancoisHenri Pinault, amministratore delegato del colosso del lusso francese, presentando al mercato il bilancio 2017.
La rinnovata appetibilità anche fiorentina di Gucci è simboleggiata dal successo del Gucci Garden, accolto benissimo in questo primo mese da italiani e stranieri, che hanno affollato il negozio, che vende anche pezzi unici, il ristorante Gucci Osteria da Massimo Bottura, chef premiato con tre stelle Michelin, e l’area espositiva Gucci Garden Galleria curata da Maria Luisa Frisa. Alessandro Michele, tra le sue molteplici fonti di ispirazione e contaminazione, oltre allo sterminato archivio Gucci, ha attinto anche a Firenze e al suo immaginario, con un rapporto sintetizzato dal lancio della collezione cruise dello scorso maggio con la sfilata a Palazzo Pitti tra i quadri della Galleria Palatina. Mentre il legame tra Gucci e la città e l’arte è stato rafforzato con il progetto «Primavera di Boboli» nel quale la griffe è al fianco delle Gallerie degli Uffizi per il restauro e la valorizzazione dell’intero Giardino di Boboli, grazie a 2 milioni di euro in tre anni versati dal marchio del gruppo Kering.