«Macché, con Enrico stessa idea di sviluppo Ora però i risultati»
«Io sono tra quelli che auspicano che la legislatura in Regione vada avanti. Dico di più: non mi rassegno alla separazione tra Enrico Rossi e il Pd, perché le idee di uno sviluppo compatibile, sensibile all’ambiente e all’impatto sociale, sono comuni a noi e Enrico», dice Antonello Giacomelli, sottosegretario allo sviluppo economico e peso massimo del Pd toscano (e nazionale).
Però intanto il 19 ottobre a Prato lei e il ministro Lotti parteciperete ad un’iniziativa lanciata da 4 consiglieri regionali — tra cui Marco Niccolai, franceschiniano come lei — per chiedere alla Regione una svolta nelle politiche per la Toscana centrale. A partire dalle grandi opere. Sembra un avviso a Rossi: dai un’accelerata, altrimenti cambiamo guidatore... «No, è il contrario. È un’opportunità per tutti, anche per Enrico, di ritrovare una sintonia su temi concreti. Perché mi sembra innegabile che nei mesi scorsi, anche per le sue scelte politiche, ci siano state fibrillazioni. L’iniziativa di Prato è l’occasione per un confronto vero, non la quinta scenica di un complotto. E per quanto riguarda il Pd, lascerei perdere le catalogazioni interne del passato: dall’ultimo congresso c’è l’area Renzi, punto».
Sempre da Prato è partito un appello delle sinistre toscane a Rossi perché blocchi il potenziamento dell’aeroporto, mentre i sindaci di Sesto e Campi gli chiedono di stoppare il termovalorizzatore. Il Pd aiuterà il governatore a uscire dall’accerchiamento che arriva da sinistra? Se sì, come? «Il Pd è sempre stato sensibile alle preoccupazioni dei cittadini. Sull’aeroporto il sindaco di Prato Biffoni chiede di vedere le carte della Valutazione di impatto ambientale: mi sembra l’atteggiamento giusto. Detto questo, è curioso definire di sinistra l’idea di frenare le strategie di sviluppo, visto che
bloccare le infrastrutture significa perdere occasioni di crescita economica e posti di lavoro. Io non credo che su questo ci sia un imbarazzo di Rossi: lui ha condiviso quelle opere e sta lavorando per realizzarle. E se c’è una difficoltà legata alla lentezza di alcuni centri decisionali romani, l’iniziativa di Prato può essere l’occasione per parlarne».
Ci sono problemi anche nel Pd: il sindaco di Campi Fossi è contrario al termovalorizzatore. «Non voglio polemizzare con gli amministratori. Dico solo che queste scelte sono arrivate dopo anni di discussione. Ora devono diventare realtà, altrimenti un intero territorio si condannerà all’inconcludenza. Ormai la competizione è globale: se la Toscana vuole stare nel range dei territori che creano sviluppo e lavoro non può più rinviare certe scelte».
La giunta Rossi sembra un po’ freddina sul termovalorizzatore. Non è che si arriverà ad una sorta di scambio per cui il Pd rinuncia all’impianto e il governatore in cambio vi copre a sinistra sull’aeroporto? «È una lettura un po’ politicista. Interventi come quelli previsti nella Piana non si possono legare a esigenze politiche di corto respiro».
Restano le tensioni tra Pd e Rossi. La Toscana può andare avanti così fino al 2020? «Io spero che la legislatura arrivi alla sua scadenza naturale e che da qui al 2020 si trovi il passo per realizzare ciò che si aspettano i cittadini. E spero di non dover considerare irreversibile la separazione tra il Pd e Rossi, di cui non ho compreso fino in fondo le ragioni. Non rinuncio a pensare che, superate le elezioni politiche, la strada possa tornare ad essere comune». Cioè che Mdp e Pd diventino alleati anche a livello nazionale? O addirittura che Rossi torni nel Pd? «Mai dire mai» (ride).
Rossi ha condiviso la decisione di fare quelle opere Non mi rassegno al fatto che lui sia uscito dal Pd: la strada può tornare a essere comune Se sulle infrastrutture ci sono difficoltà legate alla lentezza di alcuni centri decisionali romani, venga a parlarne con noi