Prato diventa un modello nella battaglia anti slot
Dopo varie sconfitte al Tar, c’è un regolamento a prova di ricorso adottato anche da altri Comuni
«Abbiamo raccolto tutta una serie di rilievi a livello nazionale, le abbiamo studiate con un pool di esperti e ora siamo al sicuro»
È Prato a guidare la battaglia legale per ridimensionare la dipendenza dei cittadini dal gioco d’azzardo. E prova a portarsi dietro gli altri Comuni della Toscana: ad oggi già altri 15 hanno adottato il suo regolamento contro la ludopatia, mentre in 4 le norme sono in corso di approvazione.
Dopo una valanga di ricorsi al Tar vinti dalle sale slot, le norme pratesi approvate lo scorso marzo sembrano infatti riscuotere successo in sede giudiziaria. Come dicono i legali «è un regolamento a prova di ricorrente». Ma cosa c’è dietro? «Semplice, abbiamo raccolto tutta la serie di rilievi a livello nazionale che i tribunali amministrativi regionali utilizzavano per vanificare le ordinanze anti-slot dei Comuni, le abbiamo studiate con un pool di esperti ed abbiamo cercato di creare una serie di norme che difficilmente potessero essere oggetto di contestazione», spiega il sindaco di Prato Matteo Biffoni.
In municipio c’è un gruppo di tecnici che si occupa specificamente del tema. Prato infatti è la terza città italiana per consumo pro capite annuo di gioco d’azzardo, con una media che un recente studio di Federconsumatori fissa vicino ai mille euro di spesa a persona (ogni 12 mesi). In generale in Toscana il fenomeno è molto diffuso — specie nelle aree meno ricche — tuttavia i circa 140 casi seguiti dal Sert pratese sotto la voce «dipendenza dal gioco» danno la dimensione del fenomeno.
Se altrove la battaglia è stata condotta sugli orari di apertura (vedi Firenze) l’offensiva di Biffoni si è concentrata sulle distanze. Nei 17 articoli scritti dagli uffici assieme ad una commissione guidata da Marilena Garnier sono stati ampliati i punti sensibili con distanza minima di 500 metri e introdotto il divieto di nuove aperture e installazioni in centro storico. Il testo è stato presentato nell’assemblea di Anci Toscana, dove il sindaco di Pergine Valdarno Simona Neri — delegata sull’argomento — guida l’iter per farlo condividere con gli altri Comuni. Il prototipo pratese è stato già adottato dal Comune della sindaca oltre che da Lorociuffenna e Terranova Braccialini, Scandicci, San Giovanni Valdarno, Figline-Incisa, Sovicille, Agliana,Vernio-Vaiano-Cantagallo, Siena, Terranova Braccialini, Laterina e Lorociuffenna. È in corso di approvazione a Sesto Fiorentino, Chiesina Uzzanese, Montevarchi e Borgo a Mozzano.
Il prototipo normativo impedisce aperture di slot vicino ogni «luogo di costante aggregazione dei giovani in età media compresa tra i 15 e i 29 anni», compresi sportelli bancari, agenzie di prestiti e di pegno, attività in cui si eserciti l’acquisto di oro, argento od oggetti preziosi.