Corriere Fiorentino

«Ecco dove volevano fuggire gli anarchici»

In casa trovati gli orari dei traghetti per scappare dopo la bomba a Casapound

- S. I.

Avevano l’orario dei traghetti per la Corsica due degli anarchici fermati dalla Digos e poi rilasciati dal Tribunale di Firenze. È quello che emerge dagli atti dell’inchiesta: secondo il verbale di sequestro, infatti, nella casa di Sandro Carovac e di Marina Porcu c’erano gli orari degli imbarchi per l’isola francese.

Non solo: agli atti dell’inchiesta sulla notte di Capodanno — quella che è costata la mano sinistra all’artificier­e Mario Vece impegnato a disinnesca­re una bomba di fronte a una libreria riferibile a Casapound — risulta che Giovanni Ghezzi, un altro degli anarchici rimessi in libertà, stesse pensando di andare in Grecia, dove avrebbe potuto contare su alcuni appoggi.

Sono particolar­i importanti, questi, in vista dell’appello che la Procura di Firenze depositerà al tribunale del Riesame, che sarà chiamato a decidere sulla libertà degli otto anarchici indagati.

La Procura sta portando avanti un’indagine nella quale si ipotizzano, a vario titolo, i reati di tentato omicidio, detenzione e porto in luogo pubblico di un ordigno esplosivo e danneggiam­ento aggravato.

Secondo gli inquirenti, tra alcuni degli indagati c’è stata una cena nella quale un anarchico torinese ha insegnato ai fiorentini a fabbricare la bomba che poi è stata fatta esplodere a Capodanno a Firenze davanti alla libreria di Casapound, il gruppo di estrema destra. L’incontro avvenne a Firenze.

I decreti di fermo decisi dal procurator­e capo Giuseppe Creazzo e dai sostituti Beatrice Giunti e Filippo Focardi accusano cinque persone per l’attentato di Capodanno contro la libreria «Il Bargello» e altri tre anarchici per l’attentato del 21 aprile scorso, quando alcune molotov furono lanciata contro una caserma dei carabinier­i a Rovezzano. «Altri soggetti restano da individuar­e», aveva spiegato Eugenio Spina, dirigente superiore della Polizia di Stato, a capo del servizio centrale dell’antiterror­ismo. Le indagini continuano.

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