Due test in più
Dei: poche aule e pochi prof, costretti al numero chiuso La protesta degli studenti
Da un lato c’è il rettore dell’Università di Firenze, Luigi Dei, dall’altro l’Unione degli Universitari-Firenze Sinistra Universitaria. In mezzo, a dividere le due posizioni, la decisione del Senato accademico che il 10 maggio ha introdotto il numero chiuso per i corsi di Scienze Farmaceutiche Applicate e Scienze dell’Educazione e della Formazione. Non solo: nella stessa riunione è stata approvata anche l’introduzione della frequenza obbligatoria per i corsi di dietista e Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione. Decisioni, queste, che il rettore giudica «necessarie» e che gli studenti definiscono «inadeguate».
«Il problema di fondo è che l’Università, non avendo aule, laboratori e docenti sufficienti non riesce ad offrire un servizio di qualità a tutti — spiega Dei — È vero che chiudiamo le porte a più di 370 studenti ma detto molto francamente io non sono in grado, allo stato attuale, di garantire, entro il 15 settembre, dei locali che possano ospitare 900 ragazzi. Bisogna capire che ci sono cose che si realizzano in un mese, altre in un anno e altre ancora necessitano di tempi più lunghi». Gli studenti, dal canto loro, ribattono che «il diritto allo studio viene costantemente messo in pericolo dalla mancanza di volontà e di lungimiranza nell’affrontare questi problemi». Il punto è, scrivono in una nota Hamilton Dollaku e Danilo Cristofano — il primo coordinatore di Udu Firenze e il secondo senatore Accademico Udu — che «la cronica mancanza di spazi non è un motivo valido per imporre il numero chiuso. L’alto numero di fuoricorso o lo scarso numero di studenti a lezione non sono buoni motivi per introdurre la frequenza obbligatoria, soprattutto in corsi di studio che al momento non di- spongono della figura dello studente part-time, come dietistica. Queste questioni vanno affrontate con l’acquisto, la ristrutturazione e la costruzione di nuovi spazi per gli studenti, e con offerte didattiche mirate e di qualità».
Luigi Dei, assicurando che si tratta di una decisione momentanea, rivela che da alcuni mesi è alla ricerca, nel centro storico, di una struttura da adibire ad aule, «ma non è facile. Sia chiaro: per me più studenti ci sono e meglio è, anche perché ce lo chiede l’Europa. Se i ragazzi vogliono fare una battaglia ideologica nessuno glielo impedisce ma serve a poco perché è fondamentale trovare risorse e condizioni operative». Udu Firenze, per nulla convinta dalle ragioni del rettore, annuncia che il 26 maggio si ritroverà fuori dal Rettorato, in piazza San Marco, «per protestare il nostro dissenso nei confronti delle delibere approvate dal Senato Accademico. E continueremo a batterci per un’Università pubblica, laica, libera e aperta a tutti».
Cosa cambia Selezione anche per Scienze farmaceutiche applicate e Scienze della formazione