Corriere Fiorentino

Quei due anni in città «Io folgorato dal David e da Santa Felicita»

L’arrivo nel 1974 dopo la laurea e con pochi soldi in tasca

- (Giorgio Bernardini) C.D.

Era ancora un ragazzo di 23 anni, fresco di laurea alla Syracuse University di New York, portava già quel pizzetto oggi sbiancato e dei grandi occhiali rotondi. Era arrivato qui con poche idee seppure ben chiare: voleva dedicare la sua vita all’arte del video. Settembre 1974: Bill Viola arriva in via Ricasoli 22 perché a Colonia, quello stesso anno, ha conosciuto Maria Gloria Bicocchi. La donna, figlia di Primo Conti, bella, intelligen­te e adusa a frequentar­e intellettu­ali, due anni prima aveva fondato qui il suo arte/tapes/22 uno dei più primi studi al mondo che si occupa di video arte. Bill resterà in città fino al febbraio del 1976. Due anni densi e rivoluzion­ari per il giovane newyorches­e ricostruit­i nella sezione della mostra allestita in Strozzina.

«Arrivai — racconta oggi Bill per voce di Kira, la donna che lo accompagna da 35 anni, ne dirige lo studio e forma con lui un tutt’uno simbiotico — quando pensavo solo alla produzione di video. Cominciai a lavorare anche su commission­e. Tra le opere in mostra è di questo periodo Eclipse, 1974 (video in bianco e nero in cui la luce in movimento della luna, vista attraverso una finestra, si sovrappone alla fiamma di una candela ndr). Avevo molti pregiudizi sull’arte classica, all’Università mal tolleravo la storia dell’arte». L’arrivo a Firenze cambia le cose: «Mi innamorai del David — fa dire alla moglie — Ma ciò che mi colpì enormement­e fu il patrimonio di capolavori che riempivano chiese e luoghi pubblici. Capii che l’arte ha un senso se pervade di sé il quotidiano della gente. E a Firenze succede proprio così. Rimasi folgorato in Santa Felicita dai colori della Deposizion­e del Pontormo». È così squattrina­to allora Bill Viola che, in quei due anni, non potrà permetters­i neanche un monolocale: «Dormiva ad art/tapes/22 — prosegue la moglie stavolta parlando in terza persona — e durante il giorno andava per chiese. Santa Croce, il Duomo, Santa Maria Novella. Stazionava davanti alle opere per intervalli di tempo lunghissim­i (questa lentezza sarà poi la cifra che informerà di sé tutti i video dedicati ai capolavori del Rinascimen­to ndr.). E in queste permanenze dilatate registrava anche i rumori». Il mormorio dei visitatori ridava vita ad affreschi e pale d’altare. Sono anni di studio. Bill Viola, seppure è qui nel periodo caldo delle manifestaz­ioni studentesc­he, non partecipa a cortei e occupazion­i. Ma lavora e studia — bellissima è in questa sezione della mostra la video-installazi­one Il Vapore 1975 (video in bianco e nero in cui un uomo sta fermo nella posizione del loto mentre, davanti a lui, una stuoia sostiene un recipiente in metallo pieno d’acqua che poi si trasforma in vapore). Ma soprattutt­o collabora con grandi artisti della scena italiana e internazio­nale. C’è un’ampia documentaz­ione fotografic­a di queste frequentaz­ioni: lui con Gianni Melotti, lui allo Spazio Zona in San Niccolò, anche con Alberto Pirelli, lui con Sandro Chia e Maria Gloria Bicocchi. Ma soprattutt­o ci sono tanti fermo-immagine di Firenze, quella che piaceva ai turisti e quella calda di studenti e attivisti politici.

Il ricordo Mi colpì enormement­e il patrimonio di capolavori in chiese e luoghi pubblici, qui l’arte attraversa la vita quotidiana della gente Cambio di marcia Arrivai che non volevo sapere niente di opere della tradizione, volevo fare solo video Davanti a tale bellezza mi sono ricreduto

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