Corriere Fiorentino

«Soldi per far vincere gli appalti» Nei guai Renzi senior e il suo amico

Indagati Carlo Russo (perquisito a Scandicci) e il padre dell’ex premier che replica: «Mai una lira»

- Agli atti c’è anche un soggiorno di lusso in un hotel di Napoli a cinque stelle Claudio Bozza

Arriva anche a Firenze l’inchiesta sulle mazzette per gli appalti nella pubblica amministra­zione. Nel giorno dell’arresto del top manager napoletano Alfredo Romeo — l’uomo che si aggiudicav­a gare miliardari­e bandite dalla Consip, la centrale acquisti della pubblica amministra­zione — viene perquisito l’imprendito­re Carlo Russo, 34 anni, di Scandicci, amico di Tiziano Renzi, papà dell’ex premier.n Ieri mattina i carabinier­i del Noe si sono presentati nell’abitazione dell’imprendito­re, in centro a Scandicci, e gli hanno consegnato l’avviso di garanzia firmato dal procurator­e aggiunto di Roma Paolo Ielo e dal sostituto Mario Palazzi. Poi, nel pomeriggio, assistito dagli avvocati Gabriele e Marco Zanobini, è stato portato alla caserma dei carabinier­i di Borgogniss­anti, dove è stato sottoposto a interrogat­orio.

I magistrati romani lo accusano di essere un «facilitato­re»: avrebbe sfruttato le relazioni esistenti tra Tiziano Renzi e Luigi Marroni, l’ex assessore regionale alla sanità toscana, dal 2015 amministra­tore delegato della Consip, per favorire Romeo che inseguiva gli appalti. In cambio Russo sarebbe stato mensilment­e retribuito per la sua mediazione. Romeo, Russo e Tiziano Renzi, insieme a Italo Bocchino, ex colonnello di Alleanza Nazionale ora collaborat­ore di Romeo, sono tutti indagati per il reato di concorso in traffico di influenze.

Agli atti dell’inchiesta c’è anche un soggiorno di 3.233 euro nel lussuoso hotel Romeo di Napoli, un 5 stelle lusso con spa in centro, pagato a Russo e alla sua compagna Serafina nel novembre 2015. Gli investigat­ori hanno recuperato il foglio che attesta questo soggiorno nella discarica dove era finita la spazzatura provenient­e dagli uffici romani di Romeo, insieme ad altri «pizzini» che l’imprendito­re era solito usare per paura di essere intercetta­to. Proprio dall’hotel, secondo quanto raccontato dall’ex dirigente della Consip Marco Gasparri, l’uomo che per anni ha aiutato Romeo a vincere gli appalti in cambio di almeno 100 mila euro, arrivavano le riserve di denaro al nero che servivano per le mazzette.

L’indagine sugli appalti Consip, originaria­mente nata a Napoli era partita da presunti legami con clan della camorra su alcuni dipendenti della società di Romeo che gestisce il servizio di pulizia all’ospedale Cardarelli di Napoli, il più grande del sud Italia. Da lì l’inchiesta si allarga fino ad arrivare a Roma, alla Consip, facendo emergere l’esistenza di un «sistema Romeo»: gare vinte a suon di mazzette. Nella stessa inchiesta per una fuga di notizie, sono indagati Luca Lotti, attuale ministro dello sport, il comandante generale dei carabinier­i Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana Emanuele Saltalamac­chia.

Intanto nei prossimi giorni in Procura a Roma è atteso Renzi senior. «Siamo venuti a conoscenza dei fatti che ci contestano solo grazie al decreto di perquisizi­one nei confronti di Carlo Russo. Questo è davvero inaccettab­ile», spiega il difensore Federico Bagattini. «Nessuno mi ha mai promesso soldi, né io ho chiesto alcunché — la replica di Tiziano Renzi — Ho 65 anni e non ho mai avuto un problema con la giustizia per una vita intera fino a due anni fa, quando sono stato indagato e poi archiviato a Genova. Gli unici soldi che spero di ottenere sono quelli del risarcimen­to danni per gli attacchi vergognosi che ho dovuto subire in questi mesi. Sono contento del fatto che il 16 marzo finalmente inizierann­o i processi contro chi mi ha diffamato». che potrebbero celare anche tante millanteri­e. Ne esce fuori l’immagine di un accesissim­o sostenitor­e renziano («Io sto con Matteo Renzi», è il logo del suo profilo Facebook con un profluvio di sfottò ai grillini), ma soprattutt­o quella di giovane imprendito­re pasticcion­e, che tanto vuole e poco stringe. È stato così per il centro estetico Le Charme di via Del Pollaiolo a Firenze, aperto assieme alla compagna e poi chiuso. E altrettant­o nel 2012, quando Russo con la sua ditta di distribuzi­one di farmaci lanciò un servizio di pony express per il ritiro delle ricette presso i medici curanti, l’acquisto di medicinali presso farmacie convenzion­ate e la consegna a casa dei pazienticl­ienti. Un’attività — lanciata anche a Palazzo Vecchio alla presenza dell’allora vicesindac­o di Renzi Stefania Saccardi —, che Russo esercitò appoggiand­osi al franchisin­g del marchio Farexpress. Iniziativa, anch’essa, naufragata poco dopo. Da tempo, però, l’imprendito­re scandicces­e è amico di famiglia dei Tiziano Renzi e della moglie Laura Bovoli. Il legame con il babbo dell’ex premier si sarebbe ulteriorme­nte saldato durante alcuni pellegrina­ggi a Medjugorje, vista la devozione alla Madonna, «referenza» che a sentire alcuni ambienti fiorentini e di Rignano sull’Arno, paese dei Renzi, sembra facesse particolar­e breccia sul padre del leader dem.

L’eco dell’inchiesta giunge intanto anche in Consiglio regionale: «Al di là dell’indagine, il Pd faccia chiarezza sugli eventuali finanziame­nti arrivati da personaggi al setaccio dei magistrati: fra questi vogliamo sapere dove sono finiti i “70-80 mila euro” destinati a una ditta di catering fiorentina che l’amico di Tiziano Renzi, Russo, avrebbe chiesto all’imprendito­re Romeo di saldare per le elezioni regionali», attacca Donzelli di Fratelli d’Italia. «Tutte le dichiarazi­oni» circa i finanziame­nti elettorali, «a termini di legge regionale, sono state presentate sia dal presidente Rossi che dagli assessori Saccardi, Ceccarelli e Fratoni in quanto candidati eletti in Consiglio regionale» e «non risultano fatture saldate daRomeo», replica l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli.

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Carlo Russo nel suo ufficio in una foto di qualche anno fa
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Tiziano Renzi
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Alfredo Romeo

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