Silvio, il primo mutuo non si scorda mai
Berlusconi: «Mps va salvato, checché ne dica l’Ue. All’inizio fu Siena a farmi credito»
Alla vigilia del voto in Parlamento sui 20 miliardi salva banche e della fine del termine per l’aumento di capitale e la conversione delle obbligazioni di Banca Mps, Silvio Berlusconi scende in campo. «Sono legato ad Mps, la prima banca a concedermi un mutuo. Sarebbe un errore non trovare una soluzione — ha detto — Il Monte va salvato checché ne dica l’Europa: altrimenti ci sarebbe un disastro per la nostra storia e il nostro Paese».
Si avvicina il termine del periodo fissato da Rocca Salimbeni per partecipare all’aumento di capitale (domani alle 14) e alla conversione in azioni della obbligazioni subordinate, ma anche l’approvazione del Parlamento ai 20 miliardi di euro per il fondo salva banche. E Banca Monte dei Paschi è sempre al centro dell’attenzione anche politica. Ieri Silvio Berlusconi ne ha chiesto il salvataggio ad ogni costo, mentre la raccolta di capitale sta andando al rallentatore: ieri ha raggiunto 500 milioni di euro ma la banca senese auspicava di chiudere a quota 1,5 miliardi. «Noi ci siamo su tutto, a partire dal Monte dei Paschi — ha detto il leader di Forza Italia al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, a margine della cerimonia per gli auguri al Quirinale — Sono legato a Mps, la prima banca a concedermi un mutuo. Sarebbe un errore non trovare una soluzione. Il Monte va salvato assolutamente — ha aggiunto Berlusconi — checché ne dica l’Europa: altrimenti ci sarebbe un disastro per la none, stra storia e il nostro Paese». Oggi la Camera dovrà votare l’autorizzazione all’esecutivo ad aumentare il debito di 20 miliardi e poi toccherà al Senato (serve in entrambi i casi la maggioranza assoluta) ed i passaggi parlamentari non sembrano scontati, con il Movimento 5 Stelle che annuncia battaglia e Forza Italia che con Renato Brunetta spiega: «Noi vogliamo salvare Monte dei Paschi e sistema bancario italiano: ma il governo deve fare autocritica, chiedere scusa agli italiani». Critico anche l’ex segretario nazionale del Partito democratico Pierluigi Bersani: «Adesso non è il momento di aprire una discussio- ma non tutte le scelte sono state lineari, forse si è sbagliato il primo colpo con le piccole quattro banche — ha detto in un forum su Corriere.it — Io sarei andato alla corte di Lussemburgo invece di applicare il bailin, forse si può discutere di come ci si è comportanti ma adesso diamo una risposta ai risparmiatori e mettiamoli in tranquillità». Il senatore di Forza Italia Altero Matteoli mette invece i puntini sulle i: «È giusto che il governo intervenga per salvare i correntisti e i risparmiatori. Ma non possiamo far finta che la gestione cinquantennale e più di Mps sia anch’essa da salvare».
Sul futuro del Monte è tornato a parlare il sindaco di Siena Bruno Valentini, che ha sottolineato: «La vera forza della banca sono i suoi 25.000 dipendenti, è grazie a loro che Mps è ancora in piedi. Mps si salverà e vinta questa battaglia vorrei che la giustizia faccia il suo corso e punisca chi ha falsificato i bilanci, senza dimenticare di chi doveva vigilare e non lo ha fatto».
Ieri il titolo di Banca Mps, dopo una partenza sprint, ha chiuso a meno 0,4 per cento, e la raccolta di adesioni all’aumento di capitale ha raccolto 350 milioni, che assieme ai 150 di lunedì, fanno appunto il totale di 500 milioni che indica le difficoltà nel reperire sul mercato i fondi necessari ed avvicina l’intervento dello Stato. E per fare il punto oggi pomeriggio a Siena potrebbe essere convocato un nuovo consiglio di amministrazione. All’ordine del giorno la verifica dell’andamento dell’offerta di conversione delle obbligazioni subordinate e dell’aumento di capitale. E si aspettano novità anche sulla eventuale disponibilità di grossi investitori.