Il caso Sollicciano
Due quarte al Michelangiolo, i casi di Galileo e Da Vinci. «Così viene meno la continuità didattica»
Trasferito il direttore, il carcere resta senza guida dopo appena nove mesi
Non solo nuovi teoremi da comprendere o autori da studiare, ma anche nuovi compagni da conoscere, nuovi professori con cui rapportarsi, pur restando iscritti nella stessa scuola. Per alcuni ragazzi l’avvio dell’anno scolastico può portare ben più novità del previsto, non tutte proprio semplici da gestire.
Succede ad esempio ai ragazzi di una quarta del liceo classico Michelangiolo di Firenze, agli studenti di una terza del Galileo e agli alunni di una terza dello scientifico Da Vinci, classi che si troveranno a fare i conti da settembre con gli «accorpamenti». Succede, di prassi dal decreto Gelmini del 2009 in poi, quando bocciature e trasferimenti hanno assottigliato il numero degli alunni di una certa sezione e ai presidi arriva puntuale dall’Ufficio scolastico regionale la comunicazione di quanti insegnanti in meno vengono assegnati per il nuovo anno scolastico. Se ci sono classi poco numerose, insomma, quella comunicazione significa che nella scuola si dovranno studiare soluzioni per ridurre il numero di sezioni.
«Sono molto dispiaciuta di aver dovuto unire due sezioni in una — commenta la preside del Michelangiolo, Patrizia d’Incalci — una classe dovrà cambiare docenti, con tutto quello che comporta per la continuità didattica a un anno dalla maturità, ma non c’erano altre possibilità: dall’Usr ci hanno concesso cinque quarte al posto delle sei che sarebbero servite a mantenere tutte le sezioni». La nuova quarta C «accorpata» del Miche nasce dall’unione di due classi rimaste con 11 studenti, che avevano in comune solo i professori di scienze e inglese. Non sono mancate in via della Colonna proteste e malumori, lettere inviate alla dirigenza per chiedere conto del cambiamento, come anche è successo al liceo classico Galileo, dove invece l’accorpamento riguarda le terze: una terza da 19 ragazzi sarà probabilmente divisa, i suoi studenti distribuiti in altre due sezioni per creare classi da 25 e 26 studenti. «Ho incontrato tutti i genitori e discusso la cosa con i rappresentanti di classe», spiega la preside del Galileo, Liliana Gilli che fa notare comunque che «all’inizio del terzo anno, sono sempre previsti un cambio di insegnanti, nuove materie e i nuovi libri per il triennio». Hanno ricevuto la comunicazione di un analogo accorpamento anche gli studenti di una terza del Da Vinci: «È una prassi ormai da anni, quando una classe riduce il numero degli studenti vengono concesse meno sezioni e serve procedere in questo modo. Da nove siamo passati a otto terze, ma il passaggio dalla seconda alla terza comporta comunque dei cambiamenti, non ci sono particolari problemi», osserva anche la preside Donatella Frilli.
La media di studenti per classe alle superiori secondo il ministero deve essere di 27 (22 nel caso ci siano alunni disabili), un criterio di razionalizzazione della spesa che dal decreto Gelmini in poi è rimasto invariato: «Gli accorpamenti non riguardano mai le quinte, ma spesso le terze — spiega il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Domenico Petruzzo — e i casi di quest’anno non sono eccezionali. Ci sono tanti criteri da seguire per l’autorizzazione delle classi, uno di questi riguarda senz’altro la media di studenti per sezione. Sono poi i dirigenti scolastici a decidere come formare le nuove sezioni».