Scritta lunga tre metri sulla chiesa E a Sant’Ambrogio scatta la rivolta
Denunciato un writer. Il sagrestano mette un cartello: ignorante
Ha fatto indignare quella firma lasciata sotto il messaggio d’amore, e proprio la firma lo ha incastrato. Un messaggio non in un luogo qualsiasi, ma sulle millenarie mura della chiesa di Sant’Ambrogio, in Borgo La Croce. Per far colpo sulla fidanzata ventiduenne le ha dedicato una memorabile frase: «Ma quanto ci metti per capire che inesorabilmente siamo innamorati». Poi ha condito il tutto con un grosso cuore rosso sormontato da una scritta in azzurro, una lunga freccia nera ed arancione e un «Di Te & Tu di Me» in rosso ed arancione. Un obbrobrio di tre metri di lunghezza che ha lasciato tutto il quartiere senza parole.
La polizia municipale, dopo una veloce indagine, è riuscita a risalire all’autore, J.P., 39 anni di Firenze. Ai vigili l’uomo ha detto di essere «un professionista di una certa fama» e di aver commesso una ragazzata. «Imbecille», «vigliacco»: chi abita in zona non ha risparmiato epiteti. La prima risposta è arrivata ieri mattina da Angelito, il sagrestano di Sant’Ambrogio, e Monica, catechista e segretaria parrocchiale, che accanto al murales hanno affisso un cartello. «Questo è il rispetto che i cittadini hanno per Firenze!! Centro storico patrimonio dell’Umanità?? Sfregiare una chiesa di prima dell’anno Mille! Chi pagherà i danni? Forse quel deficiente e ignorante che non merita alcuna considerazione?». Il trentanovenne, denunciato per deturpamento e danneggiamento di un bene storico-artistico, si è detto disponibile a pagare la ripulitura delle mure, ma il restauro non sarà semplice. Serve l’ok dalla soprintendenza, un ponteggio e poi una sabbiatura. «È agghiacciante», dicono, con un moto di rabbia, tutti quelli che passano lì davanti. «Ma non poteva dirglielo di persona o scriverle una lettera come si faceva ai miei tempi?», si chiede l’ottantenne Luisa Pagani, che aggiunge «è un idiota, consiglio alla ragazza di mandarlo a quel paese». L’uomo, oltre ad aver sfregiato le mura di Sant’Ambrogio, ha imbrattato anche altri palazzi in via dell’Ortone e via della Mattonaia. «É solo la punta dell’iceberg — rincarano la dose Angelito e Monica — ci impediscono di seguire le celebrazioni serali, hanno imbrattato il portone d’ingresso della chiesa, distrutto le piante che erano sul sagrato e tre settimane fa hanno rubato la cassetta con le offerte per i poveri».