Corriere Fiorentino

Sponsor, acquisti, obiettivi Per ora è tutto un chissà...

OLTRE IL CASO MOHAMED

- SEGUE DALLA PRIMA Gianfranco Teotino

Certo, poi in campo il regista e il centravant­i sono più importanti della scritta sulla maglia, ma fino a un certo punto. Se non hai l’una, è più difficile che tu abbia gli altri. È un serpente che si morde la coda. La mancanza di uno sponsor è uno dei tanti piccoli (o grandi, fate voi) campanelli di allarme che accompagna questa strana estate viola. Una certezza, purtroppo. Una delle poche.

Il resto è tutto un chissà… Chissà quali saranno gli obiettivi stagionali. Chissà qual è il budget di mercato a disposizio­ne dei vari direttori all’opera. Chissà se Paulo Sousa sarà all’altezza di Montella, magari senza ottenere gli stessi risultati, ma perlomeno lasciandoc­i il piacere di andare allo stadio per divertirci. Chispresen­terà se Rossi tornerà a essere Pepito. Chissà se è vero quel che dice Aquilani, e cioè che da tempo Salah aveva comunicato ai compagni la sua intenzione di non rimanere. Chissà che sarà di Gomez, SuperMario alla memoria. Chissà se si riuscirà a trattenere almeno Bernardesc­hi. Chissà se i vari direttori all’opera riuscirann­o a liberarsi di qualcuno dei 35 (o forse di più?) giocatori ancora in organico. Chissà se si dovrà rimpianger­e Neto. Chissà se si riuscirà a chiudere qualche bella storia viola senza litigate a colpi di comunicati o cinguettii più o meno intonati.

Le ultime su Salah sono scoraggian­ti. La linea della Fiorentina non cambia: «Aspettiamo il giocatore il 13 luglio a Moena». Gli agenti dell’attaccante egiziano fanno sapere che invece il loro assistito si regolarmen­te giovedì al ritiro del Chelsea. Un altro colpo sotto la cintura. O forse no. Quella scrittura privata è un incidente di percorso molto grave. I dirigenti viola si sono prestati al gioco delle tre carte, dove, com’è noto, chi tiene il banco vince sempre. Si sono cioè consegnati alle bizze del giocatore e del suo staff, che evidenteme­nte fin dall’inizio erano maldispost­i.

Poi è chiaro che l’Inter, o la Roma, o chissà chi altro avranno inviato accattivan­ti sirene all’indirizzo del sedisà cente Messi delle Piramidi. Ma il calciomerc­ato si basa da sempre sulle rotture unilateral­i dei contratti, come del resto la Fiorentina sa bene, altrimenti né Montella né Paulo Sousa sarebbero arrivati. Il futuro è terra incognita. L’unica certezza, a questo punto, è che non rivedremo Salah in viola.

È impresenta­bile. Da questa storiaccia la Fiorentina uscirà un po’ meno acciaccata soltanto se, a colpi di carte legali, otterrà di tenere fermo il giocatore per un anno (magra soddisfazi­one, per quanto molto morale), oppure, ipotesi più cruda ma concreta, se riuscirà a trarne qualche beneficio. Economico o no (magari provare a chiedere al Chelsea un altro giocatore in prestito? Perché non proprio Cuadrado, ironia della storia calcistica, così da sottrarlo alle eventuali malie di Juventus e Inter?). Il fatto che Paulo Sousa non ha mai considerat­o Salah indispensa­bile, facendolo sapere alla società ben prima della gelida frase di commiato di ieri («Io penso solo a chi è qui, non a chi ha un piede dentro e un piede fuori»), rende l’intera vicenda quasi surreale.

Si ricomincia da Moena con le idee poco chiare. La prima mossa di Paulo Sousa non è sembrata molto lungimiran­te. Ha chiesto ai giocatori impegnati in nazionale (sudamerica­ni a parte) di rinunciare all’ultima settimana di vacanze per ripartire da zero tutti insieme. Proposito lodevole. Ma purtroppo certi diritti sono appunto diritti. Neppure l’idea di rendere la scelta facoltativ­a è stata brillante. Così infatti succederà che i giocatori verranno divisi, magari anche dai tifosi, in buoni «attaccati alla maglia» (quelli che hanno accettato) e cattivi scansafati­che (quelli che non si sono prestati). Si poteva evitare. Tutte mosse difficili da inquadrare in una strategia chiara. La Fiorentina in questo momento più che mai è un atto di fede. Per fortuna mancano più di 40 giorni al primo impegno ufficiale. Basteranno? Chissà.

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Fuga Mohamed Salah nel giorno della sua presentazi­one a Firenze nel febbraio scorso
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Presidente Mario Cognigni
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Patron Andrea Della Valle

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