Qbr, i capi a processo E domandano «lo sconto»
Vanno a processo, e subito chiedono il rito abbreviato per ottenere l’automatico sconto di pena di un terzo, tre elementi di punta della ormai nota baby gang veronese Qbr. La decisione è emersa ieri nel proseguimento dell’udienza davanti alla giudice Livia Magri, dopo che venti giorni fa lo stesso magistrato aveva rigettato tutti i patteggiamenti, 7 su 7, ai «bulletti» della Qbr, il sodalizio di giovani nato nel Quartiere di Borgo Roma con base a Parco San Giacomo. Non adeguate, troppo basse per la gip del Tribunale scaligero - le pene che tre settimane fa speravano di concordare i giovani imputati: congelate tutte le proposte di patteggiamento su cui era già stato raggiunto nelle precedenti settimane l’accordo tra la Procura scaligera e il pool difensivo. Ed ecco, ieri, l’epilogo: 4 degli accusati hanno effettivamente chiuso il contenzioso patteggiando pene comprese tra i sei mesi di minima, e un anno e 11 mesi di massima. Destino opposto invece per i tre principali imputati, tra cui spiccava il capo indiscusso Ion Buzila: oltre al suo patteggiamento, venti giorni fa erano stati respinti anche quelli di altri elementi chiave della gang, Ramon Yeilin Castillo e Pererakalpa Makawitage detto Tia. Ieri non si è trovato alcun nuovo accordo: il terzetto verrà dunque giudicato con il rito abbreviato alla ripresa delle udienze dopo l’estate. Il caso partì dalla maxi retata con cui a fine luglio 2022 la Squadra Mobile scaligera sgominò la baby gang: gli episodi più inquietanti furono un’efferata rapina di gruppo per le strade del centro il 22 luglio 2022 ai danni di tre studenti minorenni veronesi picchiati per il telefonino e i cappelli da baseball firmati, ma soprattutto il sequestro di un giovane che aveva fatto arrestare il boss della baby gang Buzila e dunque andava «punito». Una punizione filmata dai giovanissimi complici con gli smartphone attimo per attimo, scena dopo scena, e trasmessa in diretta streaming su Instagram.