Nuovi cavalieri e ufficiali: c’è anche l’abate di San Zeno
Insigniti dal prefetto 47 veronesi, la cerimonia al Conservatorio. «Giusto ricompensare altruismo e generosità»
Provengono dalle più svariate realtà della società civile i 47 veronesi insigniti ieri dal prefetto Demetrio Martino nel chiostro del Conservatorio Dall’Abaco dell’ordine al merito della Repubblica. Tra i decorati del titolo di «ufficiale», anche l’abate di San Zeno, monsignor Giovanni Ballarini.
Con lui, Lorenzo Dal Maso, generale di brigata dell’esercito; Giovanna Maggiora, funzionario amministrativo della questura in pensione e portavoce della Federazione Italiana Donna Arti Professioni Affari; Gianni Piva, dipendente Arpav in pensione impegnato nel sociale; Franco Scinico, ex dirigente Inps; l’ex dirigente IBM Italia Renzo Schiona, distintosi per l’impegno di volontario durante la pandemia; il pensionato Giovanni Giradi, anch’egli dedito al volontariato, e il libero professionista Marco Ferro. Due gli insigniti del titolo di «commendatore»: Carla Prospero, imprenditrice vitivinicola attiva nel sociale, e Antonio Morabito, imprenditore in pensione dedito al volontariato.
Tra i neo «cavalieri», Alessandra Graziani, direttrice finanziaria dell’Ospedale di Negrar, distintasi per il suo impegno durante la pandemia; Nicola Castore, Caporal Maggiore Capo Scelto dell’Esercito Italiano e medaglia d’oro vittima del terrorismo; Antonio Mazzei, dipendente del Ministero dell’Interno in servizio alla Prefettura; Gabriella Ambrosini, fondatrice della onlus Centro aiuto vita di Caldiero; Silvia Bolzoni, responsabile Siticibo onlus del Banco Alimentare Veneto e delegata Inclusione Sociale del comitato veronese di Croce Rossa Italiana; Daniele Apolloni, tecnico radiologo e volontario all’Associazione Italiana Leucemie-Linfomi; Rinaldo Ferrari, volontario del Gruppo Ricerche Storiche sui
Caduti Legnaghesi nella Grande Guerra e Silvano Albarello, ex barbiere attivo nel sociale.
«Un numero importante di onorificenze a dimostrazione e che i veronesi sono coesi e guardano a chi è in difficoltà senza voltarsi dall’altra parte – dice il prefetto - È giusto ricompensare chi incarna un compito previsto anche dalla Costituzione contribuendo con altruismo e generosità al progresso della nazione. Onorificenze che sono lieto di dare e che li investe della responsabilità di essere un esempio».