«Christian e il suo amichetto giocavano in acqua» E aveva anche la cuffia
Tragedia di San Pietro in Gu, ieri effettuata l’autopsia
L’impianto di San Pietro in Gu, in provincia di Padova, dove lunedì scorso si è consumata la tragedia che ha visto morire Christian Menin, bimbo di 6 anni
La polizia giudiziaria ha ascoltato il bambino che lunedì stava giocando con Christian Menin poco prima che quest’ultimo annegasse nella piscina comunale di San Pietro in Gu. Tutto si è svolto in ambiente protetto, ci ha pensato lo psicologo infantile a mettere il piccolo di sette anni e mezzo a suo agio, e a fargli raccontare a che gioco stessero giocando prima della tragedia. Perché hanno deciso di andare in acqua nella vasca troppo grande per loro? Stavano giocando a fare i tuffi? Per caso Christian è stato spinto? Stavano facendo un gioco pericoloso? Di sicuro c’è che i due bambini si trovavano in acqua insieme, questo almeno è quello che dicono i molti testimoni che li hanno visti. I carabinieri escludono un gioco violento, o «sfide» in acqua, ma forse il piccolo inconsapevole amichetto potrebbe aver dato una botta o un colpo che hanno provocato l’annegamento di Christian, che tra l’altro pare sia stato trovato in piscina con la cuffia in testa. I bimbi in acqua insieme, e il dettaglio non insignificante della cuffia, paiono aggravare la posizione dei genitori di Christian. È ovvio che qualsiasi gioco tra bambini non può trasformarsi in responsabilità o colpa del piccolo né dei suoi genitori, certo è invece che se Christian aveva la cuffia e se stava giocando in acqua nella piscina «grande» (l’altezza di un metro e venti per i bambini di sei anni è decisamente alta), allora vuol dire che non è vero che il papà e la mamma di Christian lo avevano lasciato andare a giocare a pallone con l’amico. La famiglia è sconvolta. Mamma Lisa e a papà Emanuele sono indagati per omicidio colposo insieme a due bagnini, Diego Poletto e