Sanitari no vax sospesi Draghi: ora norma ad hoc
Avevano rifiutato il vaccino anti – covid, ed erano stati messi in ferie forzate per 15 giorni dalle strutture per anziani Gaggia Lante – Ser.Sa di Belluno e Sedico Servizi. E avevano fatto ricorso, respinto dal giudice del lavoro: le due case di riposo hanno operato correttamente, per tutelare la salute dei lavoratori come previsto dall’articolo 2087 del codice civile. La vicenda dei 10 operatori socio - sanitari bellunesi contrari alla vaccinazione ha fatto il giro d’Italia. Ieri è andato in scena il secondo round: non avendo cambiato idea, per alcuni di loro è scattata la sospensione (per il momento retribuita) dal lavoro, perché giudicati non idonei a svolgere mansioni che li mettano in contatto diretto con soggetti fragili. Nel frattempo gli oss ribelli sono rimasti in 9. Uno di loro, dipendente della Gaggia Lante, giovedì ha scelto di farsi iniettare la prima dose di vaccino Pzifer, nell’ultima occasione utile, e potrà così tornare al lavoro. Gli altri 9, che resistono, non potranno invece più assistere gli anziani della casa di riposo dove operano. Dovranno essere spostati in mansioni diverse o sospesi senza stipendio. Ieri sono stati temporaneamente sospesi 3 dipendenti della casa di riposo Gaggia Lante di Cavarzano. «Inevitabile – commenta l’ad di Ser.Sa, Paolo Santesso – in assenza della volontà di farsi vaccinare, come ha sancito anche la sentenza del giudice del lavoro». Ora, questione di qualche giorno, si conoscerà il loro destino. «Per coloro che non potranno essere ricollocati non c’è altra strada, al momento, che quella della sospensione senza stipendio». Intanto, all’orizzonte si delinea la possibilità che il governo imponga l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari. Lo ha detto ieri il premier Mario Draghi nella conferenza stampa in cui ha illustrato i nuovi provvedimenti. «Questa è l’unica, vera, bella notizia» conclude Santesso.