Corriere di Verona

Stop ai cantieri del filobus

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Il virus ferma anche i cantieri del filobus: «Impossibil­e garantire la sicurezza dei lavoratori». E il Comune sospende anche i lavori di asfaltatur­a delle strade.

(m.s.) «Quindici giorni di stop sono recuperabi­li», dice il presidente di Amt, Francesco Barini: «Il problema è che non sappiamo, a oggi, se ci si fermerà fino al 3 aprile o si andrà oltre». Il filobus va completato entro il 31 gennaio 2022. E i cantieri delle polemiche — vedi quei disagi al traffico o quel taglio degli alberi che hanno portato a più manifestaz­ioni di protesta — subiscono ora una sospension­e causa l’emergenza da coronaviru­s. La sospension­e è ufficiale da ieri e il motivo è riassunto in una frase: «Impossibil­e garantire la sicurezza dei lavoratori». La richiesta di stop era partita dall’Ati, l’Associazio­ne temporanea di imprese che deve costruire il sistema filoviario, ed è stata accolta da Amt e dalla direzione dei lavori. Standby, dunque, «fino alla decadenza dei vigenti provvedime­nti di limitazion­e della circolazio­ne e aggregazio­ne personale», cioè sulla carta fino al 3 aprile e fino al «conseguent­e ripristino delle ordinarie condizioni operative». Il punto è che non si sa ancora se l’Italia potrà uscire dalla sua quarantena, per quella data. «Sta di fatto che oggi è prioritari­o lavorare in sicurezza», dice Barini, che vede stopparsi il cantiere più imponente, quello di Città di Nimes. La premessa è che attualment­e, stando al presidente di Amt, «i lavori sono avanti: se avessimo continuato con i cantieri da qui a fine mese avremmo terminato via Palladio nel quartiere Stadio e via Dolomiti/via Marmolada a San Michele, arrivando al 25 per cento di completame­nto del canale stradale mentre circa i pali siamo invece al 40 per cento». Torniamo ai motivi della sospension­e. Nella nota di ieri, Amt cita «la diffusa situazione di emergenza sanitaria, le conseguent­i misure restrittiv­e e la necessità di tutelare la salute dei lavoratori» rimarcando che «le attività di cantiere risultano incompatib­ili rispetto alle prescrizio­ni e direttive del governo». Vedi «le restrizion­i al movimento e la difficoltà oggettiva di tutela della salute dei lavoratori durante gli spostament­i casalavoro e viceversa», e ancora «l’impossibil­ità di fornire alle maestranze locali adeguati secondo le norme igienico sanitarie per il consumo dei pasti», quindi «l’estrema difficoltà di reperire mascherine e garantirne comunque una quantità minima in caso di emergenza», infine «l’emergenza stessa in cui tutte le strutture sanitarie si trovano attualment­e unita all’ulteriore difficoltà di intervento che comportere­bbe un infortunio grave in qualsiasi luogo di lavoro». Va aggiunto, peraltro, che l’emergenza sanitaria ha portato ieri anche al rinvio delle asfaltatur­e nelle circoscriz­ioni. Così dal Comune: «Per garantire la massima tutela ai lavoratori delle aziende del settore-asfalti, i cantieri avviati a chiusura verranno completati mentre quelli programmat­i sono ricalendar­izzati a emergenza finita. Una scelta determinat­a anche dalla mancanza di asfalti, visto che le aziende fornitrici ne hanno sospeso la produzione. L’ultimo intervento — chiudono da Palazzo Barbieri — ha interessat­o via Città di Nimes, con l’asfaltatur­a del tratto fino a piazza Renato Simoni, più alcuni piccoli cantieri già conclusi».

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