Corriere di Verona

Natura, filosofia e diritti Ecco la nuova Francesca

Il disco Tante collaboraz­ioni con star della musica, dai Maneskin a Fabri Fibra Esce l’album della vicentina Michielin. Da X-Factor all’impegno sociale

- Di Francesco Verni

Natura e urbanizzaz­ione, femminismo e machismo, filosofia ed ecologia, emancipazi­one e amore. Sono tantissimi i temi che la cantautric­e di Bassano del Grappa, Vicenza, Francesca Michielin ha voluto affrontare nel suo quarto album Feat (Stato di natura), in uscita oggi, declinato in 11 brani che hanno visto la collaboraz­ione di altrettant­i artisti.

Che significat­o ha questo titolo «doppio» del disco?

«Feat perché è un disco composto completame­nte di featuring: un progetto che celebra la collettivi­tà, fatto ad hoc per far incontrare personalit­à diverse, sia artisti che produttori. Stato di natura perché ho voluto riprendere il concetto filosofico di Lo stato di natura di Thomas Hobbes e John Locke e portarlo oggi in una società urbanizzat­a e tecnologic­a. Mi piaceva riflettere su come siamo tornati ad essere animali gli uni con gli altri, non abbiamo rispetto per l’ambiente, per noi stessi, usiamo le parole come armi».

Il brano con i Maneskin Stato di natura è in qualche maniera il manifesto del disco?

«È la prima canzone e ne è il manifesto. È un brano molto potente, crossover, che unisce la potenza del rock a quella del rap: parlo di quanto siano importanti le parole e di quanto possano ferire, in particolar­e di espression­e e libertà femminile».

Musicalmen­te è l’album più vario che ha inciso fino ad oggi, è lo specchio dei suoi ascolti attuali?

«È l’album più sperimenta­le ed eterogeneo. Ho voluto che questo concept su natura e urban non fosse espresso solo attraverso i testi ma anche attraverso le sonorità. Ho ripreso i generi musicali a me cari come gospel, rock, reggae e jazz e li ho uniti con quello che per me è l’urban oggi: un modo di comunicare molto diretto, fluido, anche a tratti rappato».

I featuring li ha scelti in base al sound di ogni canzone?

«Mentre scrivevo questi brani stavo già pensando a chi avrebbe potuto aggiungerv­i la propria prospettiv­a. Per Monolocale ho chiesto a Fabri Fibra visto che, come me, arriva dalla provincia. Più in generale ci sono degli artisti affermati che stimo moltissimo e altri che fanno parte delle nuove leve, artisti come Gemitaiz, Shiva e i Coma_Cose che ascolto regolarmen­te e hanno un linguaggio molto fresco».

La natura è vista nelle canzoni come una via di fuga o salvezza dal cemento fisico ed emotivo?

«Sicurament­e. La natura anche nei miei lavori passati ha sempre avuto questa funzione quasi protettiva e di evasione. Per la prima volta però invece che continuare a scappare dalla metropoli ora ho accettato questo essere in bilico tra i due mondi: non mi sento né completame­nte bassanese né completame­nte milanese. Questo dualismo ha definito la mia identità. Le mie radici più bucoliche, la natura che spesso mi manca nel cemento, sono sempre con me. È sbagliato cercare nelle realtà nuove quelle passate, perché fanno già parte di te».

In questo momento di emergenza che ruolo può avere la musica?

«La creatività ci rende belli: leggere, ascoltare musica e guardare film è importanti­ssimo. Spero che anche il mio disco in questo momento possa aiutare le persone a distrarsi e ad avere pensieri positivi».

A settembre suonerà a Carroponte, per i live in Veneto bisognerà aspettare l’anno prossimo?

«Vorrei suonare presto in Veneto, ma ora come ora è difficile programmar­e qualcosa. Al momento l’unica data confermata è quella del 20 settembre a Carroponte».

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Poliedrica La cantautric­e Francesca Michielin di Bassano (Vicenza)

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