Corriere di Verona

«Strade avvelenate»: a giudizio imprendito­ri di Cerea e Minerbe

- La. Ted.

Dopo l’estate si schiererà un autentico esercito di parti civili in tribunale a Verona per lo scandalo delle strade «costruite con i rifiuti nocivi».

Si celebrerà l’11 settembre infatti la prima udienza dibattimen­tale per il processo sul caso dell’ «asfalto al veleno», che vede tre imprendito­ri veronesi imputati a vario di titolo di aver gestito in maniera illecita rifiuti, utilizzati poi per la realizzazi­one del «Concrete green», un conglomera­to a basso dosaggio di cemento contenente in realtà - stando alla tesi avvalorata dall’accusa sostanze nocive oltre i limiti di legge e impiegato su diverse arterie interpoder­ali nelle province di alcune regioni del Nord Italia. Dopo la fase preliminar­e davanti al gup di Venezia, il processo è stato ora radicato per competenza a Verona, davanti al giudice monocratic­o Claudio Prota. L’intera vicenda s’incardina su quasi 300 mila tonnellate di scorie pericolose che la Direzione Investigat­iva Antimafia di Venezia contesta ai tre imprendito­ri veronesi, chiamati tra 7 mesi al banco degli imputati per rispondere della presunta realizzazi­one di «strade contaminat­e» in oltre cento comuni di

In azione La Direzione Investigat­iva Antimafia ha effettuato le indagini

Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Rifiuti sotterrati, cioè, senza gli opportuni trattament­i. Lo chiamano «asfalto avvelenato» e per questo, a Venezia, sono finiti in aula Giuseppe Domenico Tavellin, 59 anni di Cerea; Stefano Sbizzera, 49 anni, pure lui di Cerea; Luciano Manfrini, 58 anni di Minerbe. Tavellin è rappresent­ante di due ditte, la Consorzio

Cerea spa e la Tavellin Green Line srl, entrambe con sede nel Veronese. Attraverso queste società, Tavellin è accusato di aver organizzat­o una gestione abusiva di ingenti quantitati­vi di rifiuti, utilizzati in particolar­e per realizzare strade interpoder­ali. Lo chiamava «Concrete green», ma di «green» secondo l’accusa c’era ben poco, anzi: ricostruzi­one contestata in toto dai difensori degli imputati, gli avvocati Nicola Avanzi e Mario Vittore de Marzi. E ora che dal gup lagunare è scattato il triplo rinvio a giudizio, tornerà tutto in discussion­e all’ex Mastino.

Tra 7 mesi In aula un esercito di parti civili, prima udienza a settembre all’ex Mastino

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy