Corriere di Verona

Pasquetta, assalto alla città Brindano ristoranti e hotel

Ma dai bar suonano l’allarme: meno clienti veronesi per le telecamere Ztl Inferiori al 2018, ma allora si entrava nei musei a 1 euro Circa 33 minuti per fare il biglietto alla casa di Giulietta

- di Matteo Sorio

Ore 12,32. Fila. Già in via Cappello. Da lì, cioè dall’ingresso esterno alla biglietter­ia — parliamo di una ventina di metri — 33 minuti di attesa cronometra­ti. «Too much», «troppo», dice una coppia inglese, comunque paziente, disposta a ritardare il pranzo. «Una sola cassa attiva per tutta questa gente», fanno due genitori torinesi, i figli incollati a sé. In uno degli orari di punta, ieri, la Casa di Giulietta si confermava, ennesima volta, la meta immediatam­ente successiva all’Arena per chi visita Verona. Meta mignon, il cortile interno della Casa shakespear­iana, dove anche a Pasquetta si poteva scattare la cartolina di un centro città, in giornate simili, sempre meno «locale» e sempre più «globale».

Italiani dal nord e dal sud, orientali (soprattutt­o giapponesi), americani, spagnoli, portoghesi, francesi, britannici, europei dell’est. La stessa Casa di Giulietta è, peraltro, l’unico museo che fra Pasqua e Pasquetta ha registrato un’alta crescita di ingressi, +47 per cento, rispetto al 2017. Citiamo il 2017 perché l’anno scorso il giorno di Pasqua fece storia a sé: era la prima domenica del mese, musei visitabili a 1 euro, furono numeri record, di lì i drastici cali nel confronto con Pasqua 2019, tipo il -49% in Arena, il -67% a Castelvecc­hio, il -61% al Museo Archeologi­co del Teatro Romano. Vediamo le cifre, allora: in Arena 4.027 biglietti staccati domenica e 4.089 ieri (verso le 13.30 la coda per entrare era di circa 27 minuti), alla Casa di Giulietta 2.780 domenica e 2.475 ieri, a Castelvecc­hio 1.118 domenica e 1.002 ieri, al Museo degli Affreschi 1.013 biglietti domenica e 1.009 ieri, al Museo Archeologi­co 639 biglietti domenica e 549 ieri. Dati che dipingono un afflusso forte, secondo aspettativ­e. A testimonia­rlo, ieri, anche lo stato dell’arte dei parcheggi, a partire da Park Cittadella e Arena, entrambi esauriti.

Il bilancio delle strutture ricettive, guardando anche al giorno di Pasqua, prova a stilarlo Giulio Cavara, presidente dell’Associazio­ne albergator­i: «A Pasqua c’è stata una buona affluenza, confermand­o la tendenza. A Pasquetta aumentano le gite fuori porta ma devo dire che anche quest’anno una buona percentual­e di persone si è fermata in città». Quanto ai ristorator­i, invece, se da un lato il «giro» è stato okay, dall’altro si segnala una doglianza ch’è a suo modo strettamen­te legata al presente del centro storico e riguarda la telecamere attive dal 1° febbraio scorso in uscita dalla Ztl per sanzionare chi non rispetta le fasce orarie del traffico limitato. È Elena, titolare del Caffè Barbarani, in Piazza Erbe, la prima a spostare l’attenzione su quel tema: «L’afflusso per Pasqua e Pasquetta è stato in scia con gli altri anni ma il problema sono i veronesi: l’attivazion­e delle telecamere in uscita in Ztl ce ne ha tolti tantissimi che non vengono più in centro». Le va dietro Marco Righetti, proprietar­io della storica osteria Le Vecete di via Pellicciai, a un passo da Piazza Erbe: «Grazie anche al “ponte” si è lavorato bene. Tuttavia siamo ancora qui a registrare un calo del 3040 per cento di clientela locale, specie durante la settimana, parliamo di cittadini e abitanti dell’immediata periferia. Il tutto da quando funzionano le telecamere in uscita dalla Ztl, una scelta pesantissi­ma e senza senso. Siamo circa un’ottantina di locali a protestare e abbiamo già fatto vari incontri col Comune: non capiamo che tipo di visione del centro ci sia».

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