Corriere di Verona

Fideiussio­ni irregolari, dopo l’ex Cardi bloccata anche San Rocchetto

- L. A.

Maurizio Danese sarà riconferma­to alla presidenza di VeronaFier­e e nel nuovo Consiglio d’amministra­zione ci sarà (a differenza di quanto accaduto negli ultimi anni) un altro rappresent­ante indicato dal Comune di Verona. I termini per presentare le candidatur­e sono scaduti, e la scelta del sindaco Sboarina è attesa in tempi rapidi. Secondo lo statuto dell’ente, tuttora in vigore, Palazzo Barbieri ha da sempre l’onore e l’onere di indicare il nome del presidente, ma in questa tornata avrà anche diritto ad un posto nel cda. Per quanto riguarda la presidenza non esistono obiezioni sulla riconferma di Danese (anche se nei mesi scorsi negli ambienti politici erano circolate ipotesi diverse).

Eletto dall’assemblea dei soci nel 2015 formalment­e su indicazion­e del Comune ma provenient­e dai ranghi della Camera di Commercio, Danese (57 anni, imprendito­re nel settore alimentare) ha portato a termine la non semplice trasformaz­ione di VeronaFier­e in società per azioni. Per quanto riguarda invece il seggio in consiglio d’amministra­zione (che fino ad oggi non c’è, ma che ci sarà nel corso del prossimo triennio) il nome che viene considerat­o in pole position è quello di Matteo Gelmetti, molto vicino, oltre che al sindaco Sboarina, all’ex viceminist­ro al Commercio estero, Adolfo Urso. La scelta è in ogni caso nelle mani del sindaco, e non dovrebbe trovare eccessivi ostacoli all’interno della maggioranz­a. Il consiglio di amministra­zione di VeronaFier­e è formato da cinque membri. Il Comune di Verona è primo socio con il 36 per cento, seguito da Fondazione Cariverona con il 24 la Camera di Commercio il 13, Cattolica e Banco BPM con il 7 pe cento e Veneto Agricoltur­a il 5 per cento, più altri soci minori. Dal punto di vista politico, la Fiera è stata da sempre considerat­a, assieme ad Agsm, uno degli enti più importanti nell’inevitabil­e battaglia tra le forze politiche veronesi. Per fare un paragone col passato (ben prima, quindi, di qualsiasi ipotesi di trasformaz­ione in società per azioni), nella cosiddetta Prima Repubblica era stato redatto una sorta di «Manuale Cencelli» scaligero, poi aggiornato anche negli anni Duemila. In quel manuale, la carica di sindaco valeva 105 punti e quella di presidente di Agsm ne valeva 97: esattament­e come quella di numero 1 della Fiera.

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