Corriere di Verona

E Legnago va verso il commissari­amento

- L.A.

Anche il più grande Comune della Bassa sembra scivolare verso nuove elezioni. A Legnago la giunta guidata da Clara Scapin (Pd) potrebbe cadere già domani, la sindaca si appella ai dimissiona­ri.

Anche il più grande Comune della Bassa sembra scivolare verso nuove elezioni. A Legnago la giunta guidata da Clara Scapin (Pd) potrebbe cadere già domani sera, quando si riunirà un consiglio comunale «di fuoco» che potrebbe sancire anche le dimissioni di 9 consiglier­i su 17, con il conseguent­e scioglimen­to dell’assemblea e l’arrivo di un commissari­o prefettizi­o. La maggioranz­a di centrosini­stra che aveva vinto le elezioni nel 2014, si è frantumata sulla realizzazi­one di una nuova scuola media a Casette. Ma il sindaco Clara Scapin spiega che «quello non è e non può essere il vero motivo di quanto sta accadendo: ho chiesto un incontro per capire le motivazion­i reali, ma mi è stato negato. Eppure tutti sanno quanto importante sia questo ultimo anno di amministra­zione. C’è ad esempio la nuova scheda ospedalier­a, e dopo tutto il lavoro fatto per salvare il nostro ospedale, con i suoi oltre 2 mila dipendenti, come si fa a lasciare Legnago senza la voce di un sindaco proprio adesso? E come si fa a non discutere e ampliare quel piano antiallaga­mento, dopo che giusto l’altro giorno un temporale ha fatto i danni che ha fatto? E perché bloccare tutte le opere pubbliche ormai prossime a partire?». Scapin fa una pausa, poi lancia un appello anche alla minoranza: «Siamo stati eletti tutti per fare il bene di Legnago, non per favorire giochetti o tradimenti e nel consiglio di domani sera parleremo di fronte ai cittadini: vale la pena di rifletterc­i bene».

Più ottimista si dice l’assessore Claudio Marconi secondo il quale «a un anno dalla fine del mandato un commissari­amento del Comune vorrebbe dire far del male non al proprio avversario politico ma alla città, e su questo credo che tutti faranno una seria riflession­e». La maggioranz­a di centrosini­stra di Legnago ha visto una clamorosa spaccatura interna dopo la «ribellione» contro il sindaco da parte del suo vice Simone Pernecchel­e (uscito 2 anni fa dal Pd) e di 4 suoi seguaci, che si dimettereb­bero domani sera da consiglier­i assieme a 5 esponenti del centrodest­ra, facendo così decadere l’intero consiglio.

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