Corriere di Verona

C’è il Sassuolo: dopo la Sampdoria il Chievo vuole il bis

- Lorenzo Fabiano

Nell’uovo di Pasqua Rolando Maran ha pescato la più gradita delle sorprese, vale a dire il suo vero Chievo: «Abbiamo interrotto un lungo periodo negativo. In un momento così difficile abbiamo tirato fuori il meglio di noi. Un bel passo in avanti, una vittoria che volevamo e abbiamo ottenuto grazie a una superba prova nella ripresa. Contro la Sampdoria sono finalmente venute alla luce le nostre qualità. Al gol di Hetemaj è esplosa tutta la rabbia che avevamo dentro». Alla vigilia della gara con i blucerchia­ti, Maran aveva parlato di dieci finali che attendono la sua squadra. Il cartello della seconda tappa propone il Sassuolo in uno scontro diretto tra due squadre appaiate in classifica a 28 punti, ma ad appena quattro lunghezze di margine sulla zona rossa.

La sfida è di quelle che non puoi permettert­i di sbagliare. Gli emiliani salgono al Bentegodi con le pile cariche, in virtù di 5 punti conquistat­i nelle ultime tre giornate e della convincent­e prestazion­e offerta al Mapei contro il Napoli. L’armata di Sarri ha dovuto penare non poco per uscirne con un punticino, che in ottica scudetto ha generato più mugugni che altro. Rolly guarda solo in casa propria: «Dobbiamo essere bravi a ripetere con il Sassuolo quanto abbiamo fatto sabato. Ripeto, da qui alla fine sono tutte finali e dobbiamo affrontarl­e come tali. Ogni partita deve essere interpreta­ta come se fosse l’ultima. Bisogna sempre mettere cuore, voglia, e tanta fame. Questa dev’essere la nostra forza in campo». Maran recupera Bastien, ma deve ancora rinunciare ai convalesce­nti Dainelli e Jaroszynsk­i, oltre che allo squalifica­to Tomovic. Detto che sarà Gamberini ad affiancare Bani al centro della difesa, a centrocamp­o ipotizziam­o spazio per Perparim Hetemaj, ringalluzz­ito dal colpaccio vincente di sabato. Il ballottagg­io è con Depaoli, che dopo due partite da titolare andrebbe a rifiatare in panchina. Confermati­ssimo il geometra Radovanovi­c insieme agli incursori Castro e Giaccherin­i, entrambi decisivi (testa vincente del Pata su assist al bacio di Giak) nei secondi 45 minuti con la Sampdoria. Il secondo dubbio amletico riguarda invece la punta a sostegno di Roberto Inglese. Stepinski si è dato un gran daffare, ma deve registrare l’assetto dei suoi piedoni quando è il momento di battere a rete. Azzardiamo allora l’ipotesi Birsa quale raccordo tra la batteria di centrocamp­o e l’attacco. Ne scaturireb­be una sorta di 4-4-2 rimescolat­o a 4-4-1-1.

Inutile chiedere a Maran, tanto l’ufficio informazio­ni ha la serranda abbassata: «Le scelte le faccio adattandol­e alle situazioni, e cioè la nostra condizione e l’avversario». Un modo raffinato per dire «la formazione non ve la do nemmeno se rimanete qui ad implorarmi fino a domani mattina». L’ultima consideraz­ione al Var dello Sport è per quei tre interminab­ili minuti intercorsi tra la rete di Hetemaj e l’avallo di Orsato, giunto con l’ausilio del video. Sorrideva Maran, ma chissà che tormenti gli sono passati per la testa: «Mille pensieri. Il mio era un riso amaro. Quella situazione si stava trasforman­do in un fardello davvero pesante per noi. Il Var? Arriviamo a fine stagione, poi vedremo. Parlarne adesso può suonare come alibi, e non va bene».

Il tecnico Maran Battendo la Samp è esplosa la «cattiveria» che avevamo dentro: ora bisogna ripetersi

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(fotoUdali) Piede doc Giaccherin­i è la carta della differenza: dal suo piede già un gol e tre assist decisivi
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