Corriere di Verona

Zandomeneg­hi resta capogruppo con «riserva» E si apre il fronte Ikea

- Lillo Aldegheri

Lo scontro c’è, e va avanti. Ma il capogruppo Marco Zandomeneg­hi non cambia, almeno per ora. Questo l’esito della riunione tenuta ieri pomeriggio dal gruppo Battiti-Verona Domani, dopo la vistosa lacerazion­e dell’altra sera, culminata nel tentativo (non riuscito) di far mancare il numero legale, in consiglio comunale, da parte dei seguaci di Stefano Casali. Un tentativo guidato dal capo del gruppo consiliare unificato (fino ad ora) dei due movimenti, quello dei fedelissim­i di Sboarina e quello che appunto fa politicame­nte riferiment­o al consiglier­e regionale ed ex vicesindac­o. Zandomeneg­hi ieri è stato messo «sotto processo» dal suo stesso gruppo, che lo ha confermato nell’incarico ma a patto che in futuro risponda del suo operato solo al sindaco e non ai suoi capicorren­te, Matteo Gasparato e ovviamente Casali. Il tentativo di rivolta interna sembra quindi aver finito col rafforzare ulteriorme­nte la posizione di Sboarina: i casaliani si sono spaccati a metà (tre «falchi», Zandomeneg­hi, Paci e Rossi, e due «colombe», Daniela Drudi a Mary Fiore Adami), la posizione di Zandomeneg­hi rimane in bilico («tu non mi rappresent­i più», gli hanno sibilato un paio di consiglier­i, mentre alla riunione di ieri non si sono fatti vedere i suoi due partner, Massimo Paci e Paolo Rossi) mentre le richieste di Stefano Casali, che vorrebbe soprattutt­o per Stefano Bertacco un incarico unico (oggi l’esponente di Fdi è assessore ai servizi sociali e senatore) restano senza esito. A rendere più «pepato» il confronto, soprattutt­o tra Gasparato e il sindaco, ci sarebbe anche la questione dell’arrivo di Ikea a Verona. Nel maggio scorso, una «rivolta» dei casaliani contro l’ex sindaco Flavio Tosi portò alla decadenza dell’accordo di programma firmato dall’ allora assessore Gian Arnaldo Caleffi e dallo stesso Matteo Gasparato, presidente del Consorzio Zai. L’accordo prevedeva l’uso di un milione di metri quadri di terreno in località Marangona. Il colosso svedese avrebbe ottenuto circa 280 mila metri quadri, 120 mila dei quali di superficie commercial­e coperta. Il progetto prevedeva il finanziame­nto, come opera compensati­va, della variante alla statale 12, attraverso il versamento di 30 milioni al Consorzio Zai, 15 dei quali destinati alla realizzazi­one dell’attesa variante che dovrebbe liberare dal traffico Cadidavid. Adesso quell’accordo è da rifare, e a quanto è dato sapere, Gasparato vorrebbe portare avanti l’intero progetto, mentre il sindaco Sboarina sarebbe disponibil­e ad accogliere la nuova sede Ikea ma (vista la battaglia condotta dalla nuova giunta contro i centri commercial­i) non l’annesso Ikea Center di oltre 70 mila metri quadri.

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In bilico Marco Zandomeneg­hi

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