Corriere di Verona

Pecchia-De Zerbi i due mister dai destini incrociati

- Matteo Fontana

Il gioco del calcio è fatto, anche, di porte girevoli. Quelle per cui sono passati, nel 2016, Fabio Pecchia e Roberto De Zerbi. Ricordate? Il Verona, appena retrocesso in Serie B, cercava l’allenatore adatto per tornare subito in A. Pecchia era vincolato a un ricco triennale come vice di Rafa Benitez al Newcastle. De Zerbi stava conducendo il Foggia verso la finale playoff di Lega Pro, poi persa contro il Pisa. Maurizio Setti aveva i loro nomi segnati in agenda (insieme a quello di Roberto Stellone). Il casting lo vinse Pecchia, che disse di sì all’Hellas, che dopo, in Serie A, c’è arrivato, e che ora lotta per restarci. Per non scivolare più giù, al Verona, servono punti a Benevento. Lì, in autunno, è arrivato De Zerbi, per sostituire l’esonerato Marco Baroni. Incrocio del destino numero 1: il tecnico gialloblù sfida l’uomo che avrebbe potuto essere al suo posto. La scelta di Setti fu diversa. Incrocio del destino numero 2: proprio contro il Foggia di De Zerbi arrivò la prima vittoria ufficiale dell’Hellas targato Pecchia, in Coppa Italia, in un 2-1 in rimonta al Bentegodi che diede il necessario abbrivio al «nuovo» Verona. De Zerbi, poi, dal Foggia se ne andò, in rotta con la dirigenza, e fu ingaggiato dal Palermo, incappando in una serie di risultati negativi, fino all’inevitabil­e addio. Ha ripreso dal Benevento, che con lui ha fatto quanto non gli era mai riuscito prima: vincere e ottenere dei punti.

Il mercato di gennaio gli ha consegnato numerosi innesti, anche se con il Verona è pressoché certo che mancherà l’uomo di maggior carisma arrivato nella sessione invernale, Sandro, infortunat­o. Il Benevento è in salute e soltanto battendo l’Hellas può pensare di riaprire un sottilissi­mo spiraglio nella corsa alla salvezza. Il Verona, invece, non può smarrirsi ancora, né sciupare la ventata di fiducia avvertita dopo il 2-1 con cui i gialloblù hanno superato il Torino. Pecchia e De Zerbi a confronto, dunque. Uno che il timone dell’Hellas, tra le burrasche, lo tiene ancora, e l’altro che è stato vicino a stringerlo e che, adesso, lo vuole dirottare. Sono allenatori con idee di calcio simili: entrambi votati a proporre un calcio di costruzion­e prima che di distruzion­e. Da giocatori, la carriera di Pecchia è stata di gran lunga superiore a quella di De Zerbi, che in Serie A ha raccolto poche presenze, talento difficile da inquadrare sul piano tattico. L’avvocato Pecchia, l’atipico De Zerbi: al Vigorito andrà in scena un duello che vale un pezzo di salvezza.

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All’attacco Da sinistra Fabio Pecchia e Roberto De Zerbi: amano entrambi un calcio di costruzion­e

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