Uccisa dal compagno: preso il fratello del killer
Svolta nel caso Khadija. E da ieri indagato anche un terzo parente
Ammazzata dal compagno con un batticarne. Massacrata in casa da colpi violentissimi a testa e torace. E poi trascinata senza vita in bagno, denudata, fatta a pezzi e nascosta dall’assassino in alcuni sacchi dell’immondizia ritrovati qualche giorno dopo a Valeggio. Due mesi fa, il film dell’orrore costato la vita e il sorriso a Khadija Bencheikh, marocchina di 46 anni, aveva portato in cella il convivente reo confesso, Agim Ajdinai, albanese di 51 anni per omicidio volontario, vilipendio e occultamento di cadavere.
Ma il cerchio non era chiuso e ieri, tra Milano e Verona, si è consumata una doppia svolta che ha portato in carcere Vezir Ajdinaj, fratello dell’assassino; mentre un terzo fratello, Alfred Ajdinaj, risulta ora indagato a piede libero per occultamento.
«L’ho uccisa, sezionata e poi ho chiesto a mio fratello Vezir di aiutarmi a portare via la spazzatura»: c’era già il nome del complice del femminicidio di Valeggio, nella confessione resa l’8 gennaio scorso da Agim. Un crimine atroce, avvenuto tra la cucina e il bagno dell’appartamento il 29 dicembre 2017, mentre il cadavere smembrato della vittima era stato poi ritrovato l’indomani, in un podere in località Gardoni. Dopo il fermo del compagno,sulle indagini era piombato un invalicabile silenzio. Ma il lavoro frenetico di carabinieri e procura non ha conosciuto pause e ieri l’Arma ha scovato Vezir a Milano, dove evidentemente si era rifugiato nonostante gli fosse stato più volte raccomandato dalla famiglia di costituirsi. Da quanto trapela, Vezir non aveva mai lasciato l’Italia dove ha la compagna e i figli: forse, a distanza di due mesi, sperava di aver fatto perdere le tracce. Ma da ieri non è più uccel di bosco e deve rispondere di vilipendio e occultamento di cadavere in concorso.
E le novità nel caso della terrificante esecuzione di Khadija non sono finite qui. Ieri infatti i carabinieri hanno anche effettuato a Verona una perquisizione a casa del terzo fratello di Agim: si tratta di Alfred Ajdinaj, risiede in città e non era mai stato nominato dall’omicida nella confessione resa in cella in presenza del gip Paola Vacca,del pm Giovanni Pietro Pascucci e del difensore Giampaolo Cazzola. Dopo la perquisizione di ieri, Alfred risulta ora indagato in stato di libertà per occultamento di cadavere in concorso con i fratelli Agim e Vezir, i due uomini inquadrati dalla telecamera di sorveglianza alle ore 6 del 30 dicembre 2017 mentre erano «intenti a ripulire dalle macchie di sangue per terra l’androne del palazzo» in piazzale Olimpia dove la sera prima Khadija era stata uccisa e fatta a pezzi.