Corriere di Verona

Il boom delle lauree umanistich­e

Sorpresa all’università: crescono Lettere e Filosofia. Fiumi di iscritti a lingue

- Davide Orsato

I dati sulle iscrizioni dei (pochi) corsi di laurea ad accesso libero superstiti premiano le facoltà umanistich­e: numeri da record non solo a Giurisprud­enza (che dall’anno prossimo avrà il test di selezione) ma anche a Lettere e a Filosofia. E c’è il caso di Lingue e culture per l’Editoria: un aumento del 200%, con oltre 500 iscritti. Anche in questo caso, dall’anno prossimo, ci sarà un giro di vite. Solo 17, invece, gli iscritti alla specialist­ica di bioinforma­tica.

Non c’è solo Giurisprud­enza a vivere una seconda primavera all’ateneo scaligero. Le iscrizioni di quest’anno al corso di laurea, proprio mentre altre università, su tutte lo storico Bo di Padova, fanno i conti con un’emorragia di studenti, sono state positive, molto più del previsto. Tanto che con 364 matricole si è faticato a trovare gli spazi e l’anno prossimo, per la prima volta nella storia, l’ex facoltà di Legge sarà soggetta al numero chiuso. Un fenomeno locale, completame­nte in controtend­enza rispetto ai dati nazionali, ma tutt’altro che isolato, in riva all’Adige.

Lettere, filosofia, scienze pedagogich­e: corsi che altrove sono snobbati quest’anno hanno visto un record di iscritti. Nel senso che a Verona, nemmeno negli anni d’oro dell’università di massa si sono visti numeri simili. Per fare qualche esempio tra i meno eclatanti, ecco che lettere conta 187 iscritti, rispetto ai 125 dell’anno accademico precedente. Filosofia arriva a 148 da 105, due anni fa era ferma a quota 92. Ma sono anni che entrambi i corsi di laurea stanno andando molto bene: basti pensare che Filosofia, qualche anno fa, contava appena qualche decina di iscritti. Poi c’è stato il grande rilancio, con il riposizion­amento «strategico» (soprattutt­o rispetto all’ateneo patavino) a favore della filosofia contempora­nea e della psicanalis­i, chiamando come visiting professor, celebrity del calibro di Massimo Recalcati.

Ma il fenomeno vero e proprio di quest’anno e rappresent­ato da Lingue e Culture per l’Editoria. Si tratta di un corso storico a Verona che mescola lingue straniere (se ne studiano due, come nel curriculum classico) a laboratori più tecnici di editing e di stampa. È stato sicurament­e il corso più gettonato al momento delle iscrizioni, che si sono concluse a dicembre: 536 quanti hanno optato per questa scelta. Per gli standard delle moderne università si tratta di numeri biblici: basterà dire che il corso è aumentato di oltre il 200% (l’anno precedere gli iscritti erano 187) e che per garantire la didattica l’università ha dovuto sdoppiare il corso in due «canali», come accadeva una volta per Economia e come succede tuttora per Medicina a Padova.

È facile spiegare, in questo caso, il motivo: più che l’interesse per i libri e il mercato editoriale ha aiutato il numero chiuso, allargato a tutti gli altri corsi di Lingue (il tradiziona­le, così come Lingue per il turismo, che ha l’accesso programmat­o da tempo). Così in molti si sono riversati sull’ultimo corso tuttora ad accesso libero. Inutile dire che già dall’anno prossimo non si potrà più fare, anche Editoria vedrà il limite alle iscrizioni. «È stata una nostra scelta - spiega la professore­ssa Roberta Facchinett­i - direttrice del dipartimen­to di Lingue Straniere -: abbiamo deciso di inserire il numero chiuso gradualmen­te, corso per corso. In molti hanno deciso di puntare sull’unico libero, anche se i numeri, negli altri due, erano tutt’altro che proibitivi». Nei prossimi anni, in realtà, l’offerta del dipartimen­to, sarà rivoluzion­ata. «Siamo tra i dipartimen­ti eccellenti, abbiamo portato a Verona sei in milioni in più - aggiunge Facchinett­i - li useremo per attivare un nuovo corso in digital humanities (informatic­a e scienze umane, ndr): lo faremo con un nuovo approccio didattico, che prevede un insegnamen­to misto tra lezioni frontali ed e-learning, ossia la didattica a distanza tramite strumenti multimedia­li».

Quasi tutti i (pochissimi) corsi liberi rimasti hanno visto incrementa­re gli iscritti: i numeri dei dipartimen­ti scientific­i sono, però, diversi. Solo 17 gli iscritti a bioinforma­tica medica (laurea magistrale), 33 a biotecnolo­gie agroalimen­tari. Tra le magistrali del settore umanistico, quelle di maggior successo riguarda Lingue per il commercio (196 iscritti) e Scienze pedagogich­e, passate in un anno da 133 a 174 iscritti.

Roberta Facchinett­i Siamo tra i dipartimen­ti eccellenti, abbiamo portato a Verona sei in milioni in più

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Future matricole In coda quest’estate per iscriversi all’Università di Verona

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