Bimba abusata da papà e patrigno
Il pm: la madre sapeva ma non interveniva. Tutti e 3 sono ora imputati delle violenze
Per due anni, dal 2011 al 2012, a violare la sua innocenza di bambina ancora in tenera età sarebbe stato il «patrigno» o, meglio, il nuovo compagno della mamma. Durante i quattro anni successivi, dal 2012 al 2015, ad abusare della piccola ci avrebbe invece pensato proprio colui che, con la madre, le aveva donato la vita.E proprio la donna, stando alla tesi del pm,sarebbe stata a conoscenza di tutto ma non avrebbe mai mosso un dito per proteggere la figlia.
Per due anni, dal 2011 al 2012, a violare la sua innocenza di bambina ancora in tenera età sarebbe stato il «patrigno» o, meglio, il nuovo compagno della mamma.
Durante i quattro anni successivi, dal 2012 al 2015, ad abusare della piccola ci avrebbe invece pensato proprio colui che, insieme alla madre, le aveva donato la vita. Il sangue del suo stesso sangue, quel papà naturale che, stando all’agghiacciante ricostruzione delineata dalla procura di Verona, non si sarebbe fatto alcuno scrupolo ad abusare sessualmente della sua figlioletta. Lo avrebbe fatto del tutto incurante dell’impossibilità della bambina a difendersi, della sua totale incapacità di opporsi a quelle indicibili molestie.
È una vicenda terribile anche solo da raccontare, quella che ha tenuto banco ieri mattina nel corso dell’udienza preliminare che si è tenuta al primo piano dell’ex Mastino davanti al giudice Livia Magri.
Una storia i cui tremendi risvolti non sono però ancora finiti: perché in aula, al banco degli imputati, non erano chiamati ieri «solo» i due uomini, il padre della vittima e il nuovo convivente della madre, ma anche quest’ultima. Gli inquirenti infatti non avrebbero dubbi: la donna sarebbe stata perfettamente a conoscenza delle molestie e delle costrizioni sessuali subìte dalla figlioletta per mano dei suoi due partner eppure, in base alle conclusioni tratte dal pubblico ministero Bianca Rinaldi, non avrebbe mosso un dito per proteggere la sua creatura, per sottrarla a quei palpeggiamenti, a quelle violenze. Per anni, la donna avrebbe saputo ogni cosa ma non avrebbe pensato una sola volta a impedire quell’orrore domestico che si stava consumando tra le mura di casa.
Tutti e tre gli adulti coinvolti, che sono veronesi e risiedono in provincia (ma di cui omettiamo qualunque elemento identificativo per proteggere la privacy della vittima, ndr) devono ora rispondere davanti al gup Magri della stessa ipotesi di reato: abusi sessuali ai danni di minore, i due uomini perché li avrebbero materialmente perpetrati sulla bambina, la madre di quest’ultima perché «in un primo tempo non impediva al suo nuovo compagno, e successivamente non impediva al suo ex marito e padre della parte offesa, di compiere atti sessuali contro la figlia, pur essendo perfettamente a conoscenza di tali atti - è l’accusa tracciata nel capo d’imputazione - e avendo l’obbligo giuridico di impedirli». A difendere la donna è l’avvocato Anna Sittoni, mentre i suoi due partner sono rispettivamente tutelati dai legali Paolo Teodoro e Fabio Zambelli: nei loro confronti, l’atto d’accusa punta loro il dito per aver entrambi «toccato e palpeggiato la minore alle parti intime» in modo tale «da non consentirle un’adeguata difesa». A rappresentare gli interessi della parte offesa, che compirà 20 anni nel 2019, è invece l’avvocato Claudio Fiorini: adesso la ragazza risulta affidata ai servizi sociali e sulle sue dichiarazioni, sui suoi ricordi dell’incubo che per anni sarebbe stata costretta a sopportare tra le mura di casa, si incardinerà la prossima udienza in programma tra due mesi.