Vicina la pietra tombale sulla nuova via del mare
Mancano i visti, la gara verso l’annullamento
Sulla via dell’archiviazione, fra le strade concepite nel decennio scorso secondo il modello del project financing, anche la Via del Mare. E sì che la Treviso-Mare era stata citata apertamente dal governatore Luca Zaia come un progetto da salvare. Il Comitato scientifico chiamato proprio dalla Regione a valutare l’insieme dei tanti progetti, dalla Nogara-Mare al Sistema delle tangenziali venete, si è riunito venerdì scorso e non ha potuto far altro che allargare le braccia di fronte alla ricusazione della Corte dei Conti sul progetto della via del mare. Tradotto, il progetto passato dal Cipe non ha mai ottenuto
il visto necessario da parte della Corte. A questo punto è come se la delibera all’origine della gara che aveva visto arrivare due buste (mai aperte) da parte del proponente, Sis, lo stesso della Pedemontana, e di Adria Infrastrutture, non fosse mai esistita. Ergo la gara non è valida. Secondo alcune indiscrezioni, pare che le difficoltà al ministero delle Infrastutture siano legate anche a una mancanza, letterale, di documentazione dal 2013-2014 quando l’inchiesta su Ercole Incalza, alla guida della struttura tecnica di missione, comportò il sequestro in toto della documentazione su tutte le grandi opere seguite dal plenipotenziario del ministero delle Infrastrutture. Insomma, un impasse spiacevole in cui, però, non si è ancora formalizzato alcunché. Intanto la palla continua a rimbalzare fra Venezia e Roma. Prossimo tema in agenda per il Comitato scientifico è il Grande raccordo anulare di Padova. Potrebbe essere l’unico project dell’era Galan-Chisso a salvarsi.