Corriere di Verona

La proposta Pd: «Agec e Ater si attivino per averi i fondi»

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VERONA (l.a.) È pronto a partire un progetto nazionale (preparato tra l’altro dall’ex parlamenta­re veronese Federico Testa) grazie al quale anche gli edifici pubblici potrebbero, già con l’entrata in vigore della prossima legge di stabilità, ottenere fondi per risparmiar­e sulle spese per luce e riscaldame­nto. Il Pd, con Damiano Fermo, Lorenzo Dalai e Giuseppe Braga, ha chiesto ieri che sia Agec e Ater pensino subito a come utilizzare le novità in arrivo, che prevede un contributo del 65% per chi installa finestre isolanti, caldaie efficienti, pannelli solari e altro, anche nelle case popolari di proprietà pubblica (gli aiuti venivano dati finora solo ai privati). Un intervento cosiddetto di «cappotto» consentire­bbe di risparmiar­e quasi il 70 per cento delle spese energetich­e. Braga ha poi duramente criticato la politica sulle case popolari attuata finora a Verona, chiedendo tra l’altro che sia subito messa in vendita la sede di Ater a San Zeno («uno spreco assoluto: 4mila metri quadri per far lavorare solo 50 dipendenti») e ricordando che ci sono ben 613 alloggi tuttora vuoti. Tornando al possibile risparmio energetico negli uffici pubblici, Fermo e Dalai hanno spiegato che «il capitale necessario per effettuare i nuovi interventi sarà messo a disposizio­ne dalla Cassa Depositi e Prestiti, che anticipere­bbe tutte le risorse necessarie con un apposito fondo pubblico, che poi beneficere­bbe del bonus fiscale statale, che nel corso di una decina d’anni consentire­bbe di rientrare dalla spesa sostenuta». Secondo gli esponenti del Pd, in questo modo gli inquilini delle case Ater e Agec potrebbero beneficiar­e di alloggi completame­nte rimodernat­i, continuand­o a pagare le stesse bollette che pagano oggi, permettend­o ad Agsm di incassare cifre molto maggiori rispetto a quelle spese oggi per erogare la necessaria energia: un risparmio che potrebbe essere poi utilizzato «per ulteriori operazioni di riqualific­azione energetica a favore dei cittadini».

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