Veneziani mal rappresentati e incolpevoli
Leggo sulle pagine del Corriere Veneto la lettera di Roberto Ferrucci su turismo e speculazione a Venezia. L’autore condanna i Veneziani per la situazione disastrosa in cui versa la Città, ma poi mi chiedo: quali sarebbero questi Veneziani? Venezia soffre infatti di un errore concettuale che la vede di fatto come mero spazio museale per escursionisti in giornata (sempre più sciatti e volgari); il “centro storico” di una Città che si estende in Terraferma, dove vive la maggioranza dei residenti di un Comune concepito dal fascismo e dal futurismo industriale, nel 1926, in nome di Porto Marghera. Prima di qualsiasi considerazione sul tema occorrerebbe invece ripristinare il Comune di Mestre, per dare voce a due Città che di fatto non esistono più: Mestre è frazione di Venezia pur essendo la terza città del Veneto, e Venezia non conta in termini “politici” poiché la maggioranza della popolazione risiede altrove; e la città metropolitana andrebbe ridisegnata in chiave policentrica, con i soli comuni della contaminazione lagunare (ora invece i Veneziani non hanno nemmeno un loro rappresentante nella Città Metropolitana di Venezia).
Il problema dei flussi e delle regole per il turismo andrebbe affrontato e gestito, principalmente, dai residenti veneziani, dato che sono loro a subirlo. Ma loro, i Veneziani, politicamente non esistono, e qualcun’altro decide per loro. Basterebbe rivolgersi a Disney e tutto - al punto in cui siamo arrivati sarebbe più semplice, ordinato e divertente; perché questo è il programma: speculare sul turismo, omologando Venezia alla Terraferma. I Veneziani sono oramai davvero pochi (circa 40.000 anime) e in costante diminuzione: sono perlopiù anziani e famiglie di gente onesta che non vive di turismo e che reclama solo il diritto alla Città. Fino a quando non sarà data voce politica ai Veneziani (e ai Mestrini) non si faranno gli interessi delle Città. Come ha dichiarato il direttore dell’Associazione Veneziana Albergatori in una recente trasmissione RAI, «lo spopolamento a Venezia è fisiologico, come in tutti centri storici», in linea con la passata e presente amministrazione.