Corriere di Verona

I GESTORI DELLE SALE SLOT SI APPELLANO A MATTARELLA

Dopo il doppio stop dal Tar, depositato il ricorso al Quirinale contro l’ordinanza di Tosi

- di Laura Tedesco

È andata (almeno provvisori­amente) male al Tar, così adesso sperano di aver miglior fortuna col Capo dello Stato. Con un ricorso al Presidente dela Repubblica Sergio Mattarella, la società Ambassador Casinò srl porta la guerra sugli orari delle sale slot (dopo le limitazion­i del Comune di Verona) direttamen­te all’attenzione del Quirinale.

È andata (almeno provvisori­amente) male al Tar, così adesso sperano di aver miglior fortuna col Capo dello Stato. Del resto, la posta in palio è alta: in ballo ci sono le sale slot e, soprattutt­o, le restrizion­i d’orario imposte da Palazzo Barbieri che sta attuando un’autentica stretta contro l’ormai dilagante ludopatia. Con un ricorso al Presidente dela Repubblica Sergio Mattarella, è stata la società Ambassador Casinò srl a portare la «guerra delle sale da gioco» direttamen­te all’attenzione del Quirinale. Si tratta della stessa questione su cui si è già espresso per due volte il Tardel Veneto respingend­o in entrambi i casi la richiesta di sospensiva con cui i gestori miravano a «congelare» l’efficacia dell’ordinanza emessa dal sindaco Flavio Tosi il 15 febbraio scorso: procedural­mente, per impugnare un atto amministra­tivo al Tar ci sono 30 giorni di tempo, se non si rispetta tale termine si ha comunque a disposizio­ne la «carta» della Presidenza della Repubblica a cui si può fare ricorso entro tre mesi. E in attesa di conoscere quale sarà il «verdetto» del Capo dello Stato, va comunque ricordato che la vertenza di fronte al Tar di Venezia sulle slot deve ancora entrare nel vivo: finora infatti c’è stata la bandiera rossa alla doppia istanza di sospensiva, ma restano ancora da celebrare le due udienze di merito per arrivare poi alle sentenze. Nel rispedire al mittente le richieste di sospensiva, il giudici amministra­tivi lagunari hanno posto nero su bianco nella loro motivazion­e che «il provvedime­nto impugnato appare congruamen­te motivato e comprensiv­o di una serie di dati ed elementi di fatto, peraltro anche riferiti alla situazione del Comune di Verona e relativi alla lotta alla cosiddetta ludopatia, circostanz­e queste ultime che consentono di ritenere insussiste­nte il difetto di istruttori­a dedotto dai ricorrenti». E non è finita perché, a parere del Tribunale amministra­tivo regionale, non risultereb­be sussistere nemmeno la violazione del principio di proporzion­alità, «in quanto la riduzione dell’orario contestata ha determinat­o una limitazion­e dell’apertura serale di sole due ore». Con la sua ordinanza, il primo cittadino ha «ammesso» l’apertura delle sale dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22: finora però le violazioni non mancano, tutt’altro. E le cifre enumerate dall’assessore al Commercio Marco Ambrosini lo dimostrano: in sei mesi oltre 200 controlli e 92 sanzioni ai danni di 39 attività risultate inadempien­ti, di cui 17 sale videolotte­ry, 7 sale gioco, 14 bar, 1 sala bingo. Numeri alla mano, a Verona le attività da gioco autorizzat­e sono 408, di cui 81 sale, 31 sale videolotte­ry e i 296 bar con apparecchi con vincita in denaro. Sanzioni? Per la prima violazione una multa di 300 euro, per la seconda di 450 euro più 7 giorni di sospension­e dell’attività, dalla terza in poi 450 euro di multa più 30 giorni di sospension­e. Finora, 9 i casi di sospension­e per 7 giorni: 2 di queste, in Corso Milano e va Golosine, sono state però «congelate» dal giudice civile Massimo Vaccari, unico magistrato finora ad aver accolto una richiesta di sospensiva. E il presidente Mattarella cosa deciderà?

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Il caso Prosegue il braccio di ferro tra Palazzo Barbieri e i gestori delle sale slot a Verona. E dopo il Tar il caso finisce al Quirinale

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