Corriere di Verona

Bando e più soldi per blindare Castelvecc­hio

E cinque vigilantes sorveglier­anno i parchi

- Corazza

La giunta stanzia più soldi (mezzo milione) per aumentare la vigilanza e la sicurezza nelle proprietà del Comune, dai musei ai parchi. Il pensiero va subito a Castelvecc­hio, violato con una clamorosa rapina a novembre 2015. Presto una nuova gara, dopo la guerra scoppiata con Sicuritali­a.

Di norma, sarebbe una notizia che passerebbe sotto silenzio, o quasi. Ma dopo la «rapina del secolo» del novembre scorso a Castelvecc­hio, con tutte le polemiche che ne sono seguite in tema di sicurezza, la gara che il Comune si appresta a bandire per la sorveglian­za degli immobili comunali va vista sotto tutta un’altra luce.

«Oltre ad ampliare le risorse a disposizio­ne di circa mezzo milione in più rispetto all’anno precedente, come già deciso dal Consiglio comunale - ha spiegato il sindaco Flavio Tosi al termine della riunione di giunta di ieri - la gara prevederà anche la disponibil­ità di cinque guardie giurate non armate, da utilizzare in orario pomeridian­o o serale nei giardini ed aree pubbliche, che individuer­emo a seconda delle situazioni di criticità riscontrat­e, per dissuadere i cattivi comportame­nti. Verrà anche aumentata la sorveglian­za dei principali musei cittadini, come Castelvecc­hio, Palazzo della Ragione e Museo degli Affreschi».

Attualment­e, a gestire la sicurezza degli immobili cittadini, musei compresi, è Sicuritali­a. L’azienda, leader di mercato in Italia (ha curato tra le altre cose la vigilanza all’Expo 2015 di Milano) ha ereditato l’appalto dalla Nes (North East Services), che se l’era aggiudicat­o nel 2009 ma è poi fallita, venendo rilevata proprio da Sicuritali­a. Il bando, della durata di cinque anni e del valore di quattro milioni di euro, era stato prorogato su base annuale.

Interessan­te sarà capire se, oltre alle nuove guardie giurate, il Comune provvederà a riscrivere alcune parti del bando, in particolar­e per quel che riguarda le procedure da attivare in caso di un evento come quello del 19 novembre scorso. Palazzo Barbieri ha espresso l’intenzione di rivalersi in sede civile su Sicuritali­a per presunte omissioni nelle procedure di vigilanza adottate al momento della rapina, ma nel corso delle indagini erano anche emerse delle falle nelle procedure, in particolar­e non era chiaro come ci si dovesse comportare in caso di mancato inseriment­o del sistema d’allarme entro l’orario prestabili­to. Di sicuro c’è la volontà dell’amministra­zione comunale di chiedere un cospicuo risarcimen­to, non solo per i danni materiali riportati dalle 17 tele rapinate (danni definiti dai periti «non gravi ma diffusi»), ma anche per quelli arrecati all’«immagine della città in Italia e nel mondo». Alla causa civile si affianca la costituzio­ne di parte civile al processo contro i responsabi­li detenuti in Italia, sei in tutto, che inizierà a fine ottobre come disposto dal giudice per le indagini preliminar­i.

I quadri trafugati da Castelvecc­hio e ritrovati in Ucraina, intanto, restano a Kiev. Dovevano tornare a Verona entro luglio, ma agosto è iniziato da alcuni giorni e non si vede una svolta all’orizzonte. «La questione è a livello diplomatic­o ha ribadito ieri Tosi - si aspetta la disponibil­ità dei due presidenti, Renzi e Poroshenko, a incontrars­i per concordare la consegna. Le diplomazie si stanno parlando, speriamo si possa individuar­e presto una soluzione».

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