ADDIO A DARBI GENTLEMAN DELLA POLITICA
Stroncato da una lunga malattia a 55 anni. Il ricordo dell’ex sindaco Sironi
Èmortoieri Gian Luca Darbi, per molti anni assessore comunale alla Cultura e tra i protagonisti della politica cittadina. Aveva 55 anni. Il suo «regalo» più grande a Verona, era stato il Centro Internazionale di Fotografia agli Scavi Scaligeri.
VERONA Si è spento ieri, dopo una lunga malattia, Gian Luca Darbi, per molti anni assessore comunale alla Cultura e tra i protagonisti della politica cittadina. Aveva 55 anni. Era sposato con Beatrice Morgante.
Il suo «regalo» più grande a Verona, quello per cui molti lo ricorderanno, era stato il Centro Internazionale di Fotografia agli Scavi Scaligeri. Ma Luca Darbi era stato per anni uno dei protagonisti della vita politica e culturale della nostra città.
Era nato a Milano, dove aveva studiato alla Bocconi, e non appena arrivato in riva all’Adige aveva cominciato a seguire le sue passioni: la politica, la fotografia e il bridge.
In politica era stato iscritto al Psi, per poi diventare uno dei primissimi militanti della neonata di Forza Italia. Lì era diventato amico di una giovane professoressa universitaria, che in politica avrebbe fatto strada: Michela Sironi. Con lei aveva fondato un club «azzurro», e accanto a lei, eletta nel 1994 sindaco di Verona, sarebbe divenuto assessore alla Cultura, incarico che avrebbe mantenuto per entrambi i mandati di Sironi, fino al 2002. E si racconta che proprio la Sironi avrebbe aperto una riunione dedicata alla scelta degli assessori spiegando che «uno dei posti è assegnato, e voi sapete a chi: per gli altri incarichi, adesso, discutete pure…».
Proprio Michela Sironi, adesso, ricorda che «è sempre stato un ottimo amministratore, uno che entrava a fondo nei problemi e che proponeva sempre soluzioni valide, soprattutto nel settore della cultura, che era davvero il suo campo d’azione. Nel 1996 – ricorda ancora l’ex sindaco – inaugurammo insieme il Centro di Fotografia agli Scavi Scaligeri, recuperando un sito che era nel più totale abbandono, e lui era raggiante, anche perché proprio la fotografia era un’altra delle sue grandi passioni».
Dopo la fine dei due mandati sironiani, Darbi fu rieletto nel 2002 in consiglio comunale con la Lista Sironi, che aveva affiancato Paolo Zanotto, candidato del centrosinistra. E proprio lui fu tra i registi di quell’operazione politica (che fece scalpore) assieme ai parlamentari Aventino Frau e Antonio Piva e a Riccardo Caccia. Caccia, adesso, ricorda Darbi come «un autentico gentiluomo di vecchio stampo, forse per questo anche un po’ anomalo come politico, attentissimo agli aspetti culturali del suo mandato, più che a quelli strettamente partitici».
Dopo la fine dell’amministrazione Zanotto, Darbi era quasi completamente uscito dai radar politici, anche se, a sorpresa, proprio nel febbraio di quest’anno si era candidato alla sovrintendenza della Fondazione lirica Arena di Verona.
Oltre alla politica e alla fotografia (grazie ai suoi rapporti in quel campo era riuscito a portare a Verona molte mostre curate dalla famosa agenzia milanese di Grazia Neri) Darbi era un giocatore ad alto livello di bridge, passione condivisa, come quella politica, con la moglie Beatrice: nel 2005, col suo team, aveva vinto la medaglia d’argento ai campionati italiani, era consigliere nazionale della Federbridge ma soprattutto era riuscito a portare a Verona i campionati mondiali del 2006, che furono disputati in Fiera de per i quali arrivò a Verona anche Bill Gates. Ieri pomeriggio, dopo aver combattuto coraggiosamente contro un male terribile, Darbi ha giocato la sua ultima mano: ma in molti non lo dimenticheranno.
Sironi Entrava a fondo nei problemi, proponeva valide soluzioni Caccia È stato un politico anomalo, molto attento alla cultura